L’uomo grazie a un rarissimo anticorpo presente nel suo sangue ha salvato moltissimi neonati con un migliaio di donazioni in 60 anni

Non è un caso che il donatore sia stato chiamato “l’uomo dal braccio d’oro”.
James Harrison , australiano, ha salvato la vita a due milioni di bambini e a 78 anni, a pochi giorni dalla Giornata mondiale dei donatori di sangue che si celebra il 14 giugno, è diventato una figura simbolo e un eroe nazionale in Australia.

Un donatore speciale

La sua storia ha inizio nel 1951, quando a 14 anni è stato sottoposto a un delicato intervento a un polmone da cui è stato salvato grazia alla donazione di 13 litri di sangue da parte di persone ignote. Di qui la scelta di diventare a sua volta un donatore e la scoperta di essere un donatore “speciale”: il suo sangue conteneva un rarissimo anticorpo capace di prevenire la cosiddetta malattia Rh, a causa della quale se una donna ha Rh negativo come gruppo sanguigno e il bimbo che porta in grembo ha invece Rh positivo, il sistema immunitario materno attacca le cellule del feto, arrivando persino a causare un aborto o causando danni cerebrali ai neonati. L’anticorpo presente nel sangue di Harrison ha consentito di mettere a punto un’iniezione denominata anti-D, che riesce ad evitare che l’Rh-negativo delle madri sviluppi anticorpi RhD che rischino di danneggiare i nascituri.

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Ha ancora paura degli aghi

Dai tempi della rivoluzionaria scoperta ad oggi, Harrison ha fatto più di mille donazioni. Eppure l’uomo ha confessato alla Cnn di aver ancora paura degli aghi e di aver donato il sangue sempre dal braccio destro:

«Non ho guardato l’ago entrare nel mio braccio nemmeno una volta – racconta – guardo il soffitto o l’infermiera, ma non riesco a guardare il sangue». L’Oms ricorda che nel mondo ci sono ogni anno 108 milioni di donazioni di sangue, ma metà sono raccolte nei paesi avanzati, che invece hanno solo il 18% della richiesta di sacche. Per il 2020 si punta a far sì che tutti i paesi diventino autosufficienti.