A New York la Nasa mette all’asta le bobine originai dello sbarco sulla Luna

Un portavoce del governo russo chiede l’istituzione di una commissione internazionale per indagare sulla scomparsa delle prove dello sbarco sulla Luna

Il 2o luglio 1969, nell’ambito della missione Apollo 11, gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin sono stati i primi uomini a mettere piede sulla Luna. Alcune teorie complottiste vogliono che tutto ciò non sia mai avvenuto e che la NASA abbia in realtà inscenato un finto allunaggio. La Russia, che in questi ultimi tempi non intrattiene buoni rapporti con gli USA a causa della questione Ucraina, non arriva a dire che lo sbarco sulla Luna non sia mai avvenuto ma ad oltre quarant’anni di distanza si chiede dove siano finite le prove. Vladimir Markin, portavoce del Comitato Investigativo del Cremlino, ha firmato un editoriale sul quotidiano Izvestija in cui propone l’istituzione di una commissione d’inchiesta internazionale per rivelare “nuovi retroscena su questi storici viaggi spaziali”.

Russia: “Dove sono finiti i filmati e le rocce dello sbarco sulla Luna?”

Secondo Markin ci sono troppi misteri attorno alle prove dello sbarco sulla Luna. La NASA nel 2006 ha dichiarato di aver involontariamente distrutto i filmati originali dell’allunaggio e moltissime delle pietre riportate dal nostro satellite dalle missioni Apollo sono misteriosamente scomparse. “Non vogliamo sostenere che gli americani non siano andati sulla Luna e che abbiano semplicemente girato un film sulla missione. – scrive Markin – Ma tutti questi manufatti scientifici fanno parte del patrimonio dell’umanità e la loro scomparsa senza lasciare traccia è una perdita per tutti noi. Un’indagine potrebbe rivelare che cosa è accaduto”.

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La polemica lanciata dal portavoce de governo russo è una risposta alle indagini statunitensi sulle irregolarità all’interno della FIFA per la scelta della sede del Mondiale di Calcio 2018, che è stato infatti assegnato a Mosca. I rapporti fra le due nazioni in realtà si sono deteriorati dopo l’annessione della neonata Repubblica di Donetsk, in Ucraina, all’ex URSS. La nuova Guerra Fredda fra i due Paesi è arrivata fin nello spazio. La Russia, ad esempio, non permette più agli USA di utilizzare i suoi vettori Soyuz per il lancio di satelliti militari e potrebbe anche spegnere le antenne Gps nel Paese per favorire il proprio sistema di geolocalizzazione. Nel frattempo la NASA, che ha fallito il secondo test per il modulo di sbarco su Marte, ha stilato il proprio programma spaziale per i prossimi anni e l’apporto della sua omologa russa è molto più contenuto.