Instagram bandisce l’hashtag #curvy

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Instagram non permette di utilizzare l’hashtag #curvy per accompagnare le foto e in Rete si scatena immediatamente la polemica

La moda ha compreso che mostrare modelle magrissime veicola un messaggio sbagliato. L’ossessione per il peso è una caratteristica della società moderna e in alcuni casi può portare a vere e proprie patologie. Non è un caso che Facebook abbia deciso di eliminare lo status “mi sento grasso/a” tra quelli disponibili. All’opposto, Instagram ha deciso di bandire l’hashtag #curvy, utilizzato per indicare quelle donne in sovrappeso che si sentono comunque a proprio agio con il loro corpo. La decisione ha scatenato una veemente polemica sul web e molti non sono stati convinti dalle motivazioni che il social network ha addotto per giustificare il provvedimento.

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Instagram vs curvy

Instagram ha aggiunto #curvy tra gli hashtag che non possono essere utilizzati sulla piattaforma ma permette di usare altre combinazioni come #womencurvy. Altre parole come #skinny, utilizzato per identificare le persone con un fisico fin troppo scolpito, o #anorexia sono invece bene accetti. Un portavoce di Instagram, che ora permette di effettuare ricerche anche attraverso i luoghi, ha dichiarato a Buzzfeed che la decisione di eliminare il termine “curvy” è motivata dal fatto che numerosi utenti lo utilizzano per condividere foto a luci rosse e di nudo contrarie alle policy del social network. Non bisogna però dimenticare che Instagram è stato in passato accusato di discriminare le persone grasse, bloccandone i profili perché violavano le sue linee guida.

Nonostante la spiegazione, il web si è scatenato nelle polemiche come è successo per la campagna #FreeTheNipple, in cui numerose utenti pubblicavano foto del proprio seno per protestare contro la decisione di vietare alle donne questa possibilità permessa invece agli uomini. La fashion blogger romana, Martina Mercedes Corradetti, ha quindi lanciato la seguente sfida al social network: “Usiamo tutti l’hashtag #curvyisnotacrime per far capire che essere in carne non è un crimine”.

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