Parkinson, ultrasuoni nel cervello per fermare i tremori

Buone notizie per chi soffre di Parkinson: grazie a una rivoluzionaria tecnica di stimolazione wireless sarà possibile accendere e spegnere a distanza le cellule nervose

La tecnica, basata sull’uso di nanoparticelle e ultrasuoni, è stata messa a punto da un gruppo internazionale di ricerca guidato dal Centro di Micro-BioRobotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) a Pontedera e dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Al momento i risultati fanno ben sperare e sono stati pubblicati sulla rivista ACS Nano, con l’idea di aprire la strada ad una nuova stimolazione neurale wireless non invasiva per patologie come il Parkinson e nuove prospettive per la cura della sordità e per la stimolazione dei muscoli, incluso il cuore. Di recente Lift Labs, startup di proprietà di Google, ha inventato un cucchiaio speciale che permette di ridurre i tremori del Parkinson.

Nanoparticelle speciali

“Nei nostri esperimenti abbiamo coltivato i neuroni in presenza di nanoparticelle piezoelettriche, capaci cioè di convertire energia meccanica in energia elettrica”, spiega Attilio Marino, dottorando in BioRobotica del Sant’Anna presso l’Iit.

I ricercatori spiegano che per realizzarle è stato usato titanato di bario, un materiale biocompatibile e sicuro anche ad alte concentrazioni. Le nanoparticelle a contatto coi neuroni si sono andate a incastonare sulla loro membrana esterna, pronte per reagire.

“Quando vengono stimolate a distanza con gli ultrasuoni, le nanoparticelle si deformano – continua Marino – e convertono questa energia meccanica in un potenziale elettrico in grado di eccitare le cellule nervose”.

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