The Open Organization. Come si crea un business di successo?

Come si crea un business di successo in un mondo in cui la tecnologia e la competizione cambiano continuamente le carte in gioco? E come si abbattono le barriere all’interno delle organizzazioni?

Jim Whitehurst, president and CEO di Red Hat, lo spiega nel suo ultimo libro, “The Open Organization – blowing up the traditional operating model”, pubblicato da Harvard Business Review Press. Attraverso una serie di aneddoti, lezioni e procedure messe in pratica, Whitehurst mostra come Red Hat abbia completamente ribaltato il modello aziendale tradizionale, implementando una vera cultura di gestione dal basso e imparando a metterla in pratica su grande scala. L’unica strada per raggiungere la cima è quella di rinunciare ai vecchi modi di fare business. Anche questo significa essere open source. Addio all’approccio gerarchico top-down in favore di un nuovo modello che valorizza la relazione umana, sollecita il confronto diretto e lo scambio di opinioni. Il mondo è cambiato: le aziende che vogliono crescere non si possono più permettere di operare secondo le metodologie del passato. Come si legge nel blog di Jim, “i senior manager non possono semplicemente sedersi su una montagna e rispettare i vecchi modi di fare business”.

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I manager devono essere disposti non solo all’ascolto, ma devono entrare in contatto direttamente con la creatività e l’energia dei loro dipendenti. Le persone e le loro idee sono “il cuore pulsante” delle aziende di maggior successo. Un insegnamento che è diventato molto chiaro per Jim Whitehurst nei sette anni e mezzo alla guida di Red Hat. Il successo nasce dal lavoro di squadra e le idee migliori nascono dal confronto. Tutto questo suona bene, ma come si fa in pratica? Scegliendo la strada della meritocrazia e non della democrazia, lasciando volare le “scintille”, credendo in quello che si fa, dando una direzione e rendendo sempre conto delle scelte fatte. E questo libro, che non è un manuale, ma una specie di diario di viaggio, racconta come anche le aziende non-open-source possono cambiare rotta e seguire l’esempio di Red Hat.