Ad affermarlo è uno studio inglese, secondo il quale l’aspirina potrebbe aiutare a sconfiggere i tumori amplificando l’efficacia dei farmaci anticancro

Si tratta di una ricerca condotta dagli esperti del Francis Crick Institute, che affermano su Cell di aver dimostrato come l’aspirina, il farmaco antinfiammatorio più usato al mondo (anche per calmare gli attacchi di rabbia), possa coadiuvare l’immunoterapia contro il progredire delle neoplasie. Già precedenti studi avevano rilevato che l’utilizzo dell’aspirina per la prevenzione contro alcuni tipi di tumore aveva ridotto la mortalità del 34% a 5 anni dall’inizio del trattamento.

Un aiuto alle terapie antitumorali

Lo studio ha messo in luce che le cellule neoplastiche della pelle, della mammella e dell’intestino producono alti livelli di una sostanza chimica, la “prostaglandina E2”, in grado di limitare la risposta immunitaria.

Tuttavia esistono farmaci come l’aspirina che, secondo la ricerca, possono mutare i percorsi chimici all’interno delle cellule tumorali che portano alla produzione della prostaglandina E2. Nonostante lo studio abbia di fatto dimostrato che l’aspirina ha una grande efficacia nel supportare le terapie anticancro, i ricercatori hanno ammesso che si tratta di risultati ancora prematuri e la ricerca necessita di ulteriori approfondimenti, oltre che di una fase di sperimentazione sugli esseri umani.

Un’evoluzione, non una rivoluzione

Nonostante le speranze siano elevate, Caetano Reis, uno dei ricercatori che ha partecipato allo studio, ha dichiarate che si è “ancora molto lontano da ricerche sui pazienti. Siamo davanti a una ricerca preclinica su modelli murini, ma quello che vorremmo fare ora è impostare uno studio clinico per dimostrare formalmente che questo può accadere anche negli esseri umani. I risultati sono entusiasmanti, nel contesto di un rinnovato interesse per l’immunoterapia. Certo, quello che abbiamo scoperto non è una rivoluzione, ma un’evoluzione che ci potrebbe aiutare a cercare di ottenere un tasso di remissione ancora maggiore dalla malattia tumorale”.

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