Ansia, insonnia, disturbi neurologici più o meno gravi fino alla depressione sono i rischi insiti nell’uso frequente dei social network da parte dei giovani, soprattutto nelle ore notturne

A lanciare l’allarme è uno studio scozzese dell’Università di Glasgow, che approfondisce un tema già preso in esame da precedenti ricerche: la capacità dei social di interferire con la qualità del sonno. Già sapevamo che l’uso assiduo di smartphone e tablet non solo alterano il sonno, ma abbassano la nostra soglia di attenzione e ci inducono a consumare i pasti velocemente, tra un like e l’altro su Facebook.
I social network fanno leva sull’area del cervello legata al compiacimento e all’autostima, agendo sui nostri istinti primordiali e stimolando il bisogno di restare perennemente connessi in attesa di “like” e condivisioni. Se questo bisogno si innesca a ridosso delle ore notturne, il rischio di perdere il sonno è molto elevato.

I social alterano i meccanismi cerebrali

Per dimostrarlo gli studiosi scozzesi hanno preso in esame un gruppo di 467 ragazzi, di età compresa tra gli 11 e i 17 anni, scoprendo che i soggetti più propensi a connettersi ai social network durante le ore della notte presentavano problemi di salute che vanno oltre la semplice sonnolenza diurna dovuta alla perdita di sonno.
L’innesco di determinati meccanismi cerebrali determinava infatti lo sviluppo di autentiche sindromi depressive e un’alterazione dell’autostima individuale, drasticamente diminuita rispetto ai coetanei che fanno meno uso dei social o si limitano a usare Facebook e Twitter nelle ore del giorno.

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Una dipendenza psicologica

A favorire lo sviluppo di disturbi neurologici adolescenziali sarebbe la combinazione di lunghi periodi di insonnia e la nascita di una dipendenza psicologica da social network simile a quella prodotta da alcune droghe, che causano una subalternità rispetto agli stimoli sociali in grado di far perdere l’autostima ai giovani, oltre che i sonno.
Alla luce di questi risultati allarmanti sarebbe importante fare una riflessione sulla necessità di ridimensionare il ruolo dei social network, evitandone soprattutto l’uso nelle ore notturne e dando a questi luoghi virtuali il giusto peso, senza che diventino parte integrante della propria vita.