Lo Stato di Internet nel secondo trimestre 2015

Akamai presenta il rapporto sullo Stato di Internet relativo al secondo trimestre 2015. La velocità di connessione media globale è aumentata del 17% anno su anno. In Europa, la Svezia è al primo posto con 16,1 Mbps

Akamai Technologies ha pubblicato il suo rapporto sullo Stato di Internet relativo al secondo trimestre 2015. Basato sui dati raccolti attraverso la Akamai Intelligent Platform, il rapporto fornisce statistiche globali relative alla velocità delle connessioni e all’adozione della banda larga, su interruzioni di internet rilevanti, sullo stato di IPv4 e sull’adozione di IPv6.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Dati e grafici del rapporto sono reperibili sul sito Akamai State of the Internet e tramite le app Akamai State of the Internet per iOS e Android. Le discussioni su temi trattati sul report State of the Internet hanno luogo sulla Akamai Community.

“Continuiamo ad osservare una crescita delle velocità di connessione, in particolare nei confronti anno su anno”, dice David Belson, responsabile del rapporto. “L’incremento nella velocità di connessione è fondamentale dato che sempre più contenuti, non ultimi i video di qualità sempre più alta, vengono distribuiti via Internet.  Il progresso e l’innovazione in queste aree, come evidenziato dal rapporto, giocherà un ruolo fondamentale per rispondere alla domanda di accesso sempre e in ogni luogo da parte degli utenti”.

Ecco i principali rilevamenti, incluse specifiche sull’Italia:

Velocità di connessione media e di picco: continua il trend positivo in Europa

Nel secondo trimestre 2015 la velocità media globale di connessione è aumentata del 3,5% a 5,1 Mbps. La variazione sul trimestre precedente è stata positiva per i primi dieci Paesi con l’eccezione della Corea del Sud, scesa del 2,1% a 23,1 Mbps. Il trimestre ha visto sette Paesi europei nella lista dei primi 10: Svezia, Svizzera, Paesi Bassi, Norvegia, Lettonia, Finlandia e Repubblica Ceca rispettivamente nelle posizioni dalla quarta alla decima.

Tutti i Paesi europei considerati hanno anche in questo periodo superato la soglia convenzionale dei 4 Mbps di velocità di connessione media, mentre 17 hanno superato la soglia dei 10 Mbps (Svezia, Svizzera, Paesi Bassi, Norvegia, Finlandia, Rep. Ceca, Danimarca, Romania, Belgio, Regno Unito, Irlanda, Austria, Germania, Portogallo, Slovacchia, Ungheria e Polonia). La Svezia ha riconquistato la prima posizione con 16,1 Mbps, in crescita del 1,6% sul trimestre precedente.

Anche le variazioni anno su anno sono state positive per l’Europa, evidenziando un continuo miglioramento della connettività Internet nei Paesi considerati dal rapporto. La Norvegia ha mostrato il progresso maggiore (+38%) e altri sei paesi hanno mostrato incrementi superiori al 20%: Slovacchia +34%, Portogallo +31%, Finlandia +27%, Polonia + 25%, Spagna +22%, Germania + 21%.

Seppur il dato continui a crescere, l’Italia non è ai primi posti (piazzandosi alla 54esima posizione a livello mondiale e 23esima tra i paesi EMEA) relativamente a velocità media di connessione –– che nel trimestre in esame Q2 2015 – si attesta a 6,4 Mbps. Un aumento del 4,1% rispetto al trimestre precedente (Q1 2015) e del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (Q2 2014).

Leggi anche:  La fine del firewall standaloned

Nel secondo trimestre 2015 la velocità media globale di connessione di picco è cresciuta del 12% toccando i 32,5 Mbps. In Europa nove Paesi hanno evidenziato un declino variabile tra 0,2% in Slovacchia e 3,7% in Norvegia, compensato da un aumento negli altri Paesi, dallo 0,5% della Finlandia al 7,1% del Belgio. In nove dei paesi esaminati la velocità media di picco è stata superiore a 50 Mbps con la Romania a guidare per la prima volta il gruppo grazie ai suoi 72,1 Mbps.

Le variazioni rispetto allo stesso trimestre 2014 sono risultate positive in tutti i Paesi. La crescita maggiore spetta alla Norvegia, con +34%, mentre negli altri Paesi la crescita è stata compresa tra 4,1% in Austria e 31% in Finlandia.

Il picco di velocità media di connessione in Italia raggiunto nel trimestre in esame è pari al 30,2% ed è penultima a livello EMEA (e scesa dal 68° al 69° posto a livello mondiale), anche se si riscontra una crescita del 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Q2 2014).

Connettività broadband: la Svezia al primo posto in Europa nella penetrazione dei 25 Mbps.

Lo scorso trimestre il rapporto ha introdotto per la prima volta la misurazione della percentuale di indirizzi IP connessi alla rete Akamai con una velocità media superiore a 25 Mbps, il nuovo benchmark per la connettività broadband adottato dalla Federal Communication Commission nel gennaio 2015. Globalmente il 4,9% egli indirizzi IP unici si è connesso alla rete Akamai a velocità superiori a 25 Mbps, con un incremento del 7,5% sul trimestre precedente. Nonostante il declino (-5%, a toccare il 29%), la Corea del Sud è ancora il primo Paese al mondo nella penetrazione dei 25 Mbps.

Nel secondo trimestre sette Paesi europei hanno fatto il loro ingresso in questa speciale graduatoria. La Svezia, al quarto posto con una penetrazione del 15% guida la pattuglia europea, seguita da Lettonia, Svizzera, Lituania, Norvegia, Finlandia e Olanda nelle posizioni fino alla decima. L’incremento anno su anno varia da 0,8% per la Lettonia al 133% per la Lituania, unico paese nella lista dei primi dieci a mostrare una penetrazione più che doppia rispetto al precedente anno.

La percentuale globale di indirizzi IP unici connessi alla rete Akamai a velocità di almeno 4 Mbps è salita nel secondo trimestre al 64% (+1,1%) Nel periodo tutti i paesi europei hanno mostrato alti livelli di penetrazione delle connessioni a 4 Mbps con almeno sette indirizzi IP unici su dieci connessi ad Akamai ad almeno 4 Mbps e con otto Paesi con tassi di penetrazione del 90% o superiori: Paesi Bassi 95%, Romania 94%, Danimarca 93%, Svizzera 93%, Svezia 92%, Belgio 91%, Austria e Finlandia  90%.

Buone notizie per il nostro paese in termini di adozione della banda larga (>4 Mbps): in Italia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Q2 2014) le connessioni a banda larga sono aumentate del 13%, raggiungendo il 70%. Rispetto al trimestre precedente, però, si registra un aumento di solo 1,5%.

Leggi anche:  Salotto 2023 - MIX: oltre 1000 partecipanti attesi ad Allianz MiCo

Nel secondo trimestre 2015 il 27% degli indirizzi IP unici erano connessi ad Akamai a velocità medie superiori a 10 Mbps, con un incremento del 2,1% rispetto al trimestre precedente. In Europa ai primi posti si trovano Svizzera e Paesi Bassi con un tasso di adozione del 60%, mentre per Romania, Svezia e Belgio tale velocità era raggiunta da almeno la metà degli indirizzi IP unici.  I valori rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente sono aumentati in tutti i Paesi, con percentuali dal 9,3% dell’Irlanda al 60% del Portogallo.

Anche per il secondo trimestre del 2015, Italia, Turchia e Sud Africa rimangono gli unici Paesi EMEA a non registrare tassi di adozione dell’high broadband al di sopra del 10%. In particolare, nonostante un lieve miglioramento, il nostro paese si assesta sugli 8,7%, +35% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (Q2 2014) e un +19% rispetto al trimestre precedente.

Il 14% degli indirizzi IP unici si è connesso alla rete Akamai a velocita superiori a 15 Mbps, in crescita del 2,5% rispetto al trimestre precedente. In Europa, Svizzera e Svezia sono al primo posto con una penetrazione del 34% seguite dai Paesi Bassi col 32%. Il tasso di penetrazione più basso spetta all’Italia, dove appena il 3% degli indirizzi IP unici era connesso alla rete Akamai a velocità di almeno 15 Mbps. Le variazioni positive trimestre su trimestre vanno dal +0,7% della Polonia al +28% del Portogallo, con sette Paesi in cui l’incremento è stato almeno del 10%; le variazioni negative invece vanno dal -0,8% dell’Irlanda al -4,2% della Romania. Su base annua, l’incremento minore spetta all’Austria (0,6%) e il maggiore al Portogallo con 92%.

Ancora al 44esimo posto a livello mondiale, l’Italia registra solo il 3% delle connessioni uguali o superiori ai 15 Mbps, nonostante un aumento del 17% rispetto allo stesso periodo del 2014 (Q2) e del 20% rispetto al primo trimestre 2015.

Come nel precedente, anche nel secondo trimestre ci sono stati diversi annunci che sottolineano la continua crescita della connettività veloce in Europa. In Irlanda Eircom ha annunciato un piano di investimenti in infrastrutture per 2,5 miliardi di euro per l’implementazione di servizi a velocità gigabit in tutto il Paese, aree rurali incluse. In Gran Bretagna il governo ha dichiarato che il suo programma Broadband Delivery UK ha consentito ad altri 2,5 milioni di edifici di raggiungere connessioni di almeno 24 Mbps. In giugno, inoltre, Virgin Media ha annunciato l’espansione dei suoi servizi a banda larga a 152 Mbps a 150.000 nuove abitazioni a Manchester; tale ampliamento rientra nel programma Project Lightening di Virgin Media, mirato a portare la connessione a banda larga via cavo a 4 milioni di abitazioni nei prossimi 5 anni.

IPv4 and IPv6: i Paesi europei sempre primi al mondo nell’adozione di IPv6

Con una inversione del trend osservato nel primo trimestre, il numero di indirizzi IPv4 globalmente connessi ad Akamai è diminuito di circa 8,6 milioni. Sei dei primi dieci Paesi hanno mostrato un declino nel numero degli indirizzi IPv4 unici rispetto ai 3 del trimestre precedente. Dei tre Paesi presenti nella lista dei primi dieci paesi a livello mondiale, la Francia ha mostrato una riduzione del 2,6% nel numero di indirizzi IPv4 unici mentre per Gran Bretagna e Germania vi è stato un aumento rispettivamente del 1,4% e 0,6%.

Leggi anche:  MIX apre a Roma: in Cloud Europe arrivano 270 reti oggi presenti solo nell’IXP milanese

Nel secondo trimestre 2015, quasi 804 milioni di indirizzi IPv4 si sono connessi alla Akamai Intelligent Platform da 242 località. Per la prima volta dopo qualche trimestre, l’Italia esce dalla top ten globale – scalzata dall’India – passando da poco più di18milioni (18.153.681) di indirizzi connessi registrati nel primo trimestre 2015 a meno di 17milioni e mezzo (17.412.163) nel trimestre in esame. Nella top ten, gli altri paesi a registrare un declino sono gli Stati Uniti, la Cina e il Brasile.

I paesi europei continuano a dominare la graduatoria delle prime dieci nazioni con la più alta percentuale di richieste ad Akamai su IPv6. Analogamente al trimestre precedente il Belgio ha mantenuto la prima posizione col 38% delle richieste. Al secondo posto la Svizzera che, col 23% delle richieste, ha mostrato l’incremento maggiore, con un balzo del 168% rispetto al trimestre precedente. Come nel trimestre precedente gli unici due Paesi non europei presenti nei primi dieci posti sono Stati Uniti e Peru.

La Belga Telenet (53%) ha raggiunto Verizon Wireless (71%) e Brutele (67%) tra gli operatori con oltre metà delle richieste fatte ad Akamai su IPv6. Per Verizon e Brutele le percentuali sono invariate rispetto al trimestre precedente.

Interruzioni del servizio

Il rapporto di questo mese comprende anche analisi sulle interruzioni del servizio in Gabon, Cameron, Iraq e, in particolare, su quelle che hanno colpito il Nepal in occasione del terremoto del 25 aprile. Immediatamente dopo il disastro Akamai ha osservato una caduta del traffico verso quel Paese del 11% rispetto ai livelli precedenti, lentamente recuperato nei giorni successivi. Una forte scossa avvenuta il 12 maggio ha provocato ulteriori problemi in seguito ai quali il traffico è tornato ai livelli normali nel giro di alcune ore.

Connettività mobile: il traffico dati mobile è aumentato del 55% anno su anno

Il numero di abbonati ai servizi dati mobili è cresciuto rapidamente determinando un aumento del traffico dati insieme ad un aumento continuo del volume medio di dati scambiati per abbonato. In base ai dati di traffico raccolti da Ericsson il volume di traffico dati mobile è cresciuto del 15% tra il primo e il secondo trimestre 2015 e del 55% rispetto al secondo trimestre dell’anno passato. I dati relativi alla velocità di connessione mobile e sull’uso dei browser non sono stati inclusi in questo report a causa dei cambiamenti man mano apportati per rifinire ulteriormente gli algoritmi Akamai per l’identificazione delle reti mobili.