All’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino è stato effettuato il primo trapianto di rene su un paziente sveglio, un 38enne affetto da Sindrome di Alport

L’uomo, che non poteva subire l’anestesia generale a causa di una grave insufficienza respiratoria, si è sottoposto a un intervento durato circa quattro ore, rimanendo sveglio durante tutto il corso dell’operazione. Al posto dell’anestesia generale, che sarebbe stata rischiosa per il paziente, è stata usata la tecnica dell’anestesia combinata peridurale e spinale, che finora non era mai stata utilizzata per un trapianto.
Il donatore è un uomo di 41 anni, deceduto a Novara per un grave trauma cervicale con conseguente arresto cardiocircolatorio. Oltre ai reni, l’uomo ha donato anche cuore e fegato. Sempre in Italia, qualche mese fa, è stato effettuato il primo trapianto di rene da donatore samaritano: una donna ancora in vita ha deciso di donare gratuitamente un rene a uno sconosciuto.

Impossibile un’anestesia generale

L’intervento è stato portato a termine con successo e il paziente, originario di Napoli, riferisce di aver chiacchierato per tutto il tempo con gli operatori, soprattutto di calcio. In passato l’uomo si era sottoposto a un’operazione per un sarcoma all’emitorace destro, che gli aveva compromesso la capacità respiratoria. Poi, a causa della sindrome di Alport, era andato incontro ad una grave nefrite. Condizioni che avrebbero reso impossibile un intervento in anestesia generale.

“Ero tranquillo”, racconta il paziente, “Sapevo di essere in mani sicure, di medici eccezionali. Abbiamo chiacchierato di tutto, anche della mia vita personale, del lavoro, dello sport”.

“Ha seguito in diretta il trapianto – spiega il dottor Fabio Gobbi, anestesista – e voleva sapere che cosa stavano facendo i chirurghi, le varie fasi dell’operazione. E tutto questo nella massima sicurezza e senza che sentisse alcun male”.

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