Centinaia di telecamere di sicurezza trasformate in una botnet

La scoperta dei ricercatori di Incapsula che hanno individuato un esercito di zombie composto tra innumerevoli videocamere

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Strumenti come le telecamere sparse per la città dovrebbero renderci più sicuri e tranquilli ma non sempre è così. I ricercatori di Incapsula hanno infatti scoperto l’esistenza di una botnet composta esclusivamente da videocamere di sorveglianza che hanno bombardato periodicamente un servizio cloud che serve milioni di persone, di cui però non si conosce il nome. Il tutto è avvenuto grazie ad un team di hacker che ha violato dispositivi di marchi diversi, alcuni dei quali con evidenti problemi di sicurezza. La botnet avrebbe condotto attacchi DoS non particolarmente potenti, tanto che, secondo Incapsula, con maggiore cautela si sarebbero potuti contrastare.

Potere nascosto

Tuttavia l’esempio torna utile per considerare il potere nascosto di device come le telecamere connesse ad internet. Nel mondo ve ne sono milioni, sia puntate su edifici pubblici che all’interno di strutture private, tutte potenzialmente hackerabili e da sfruttare per azioni di monitoraggio remoto o ancora più subdole, come la creazione di una botnet. Oltre nella crescente competenza informatica di gruppi di hacker, spesso persone che agiscono da sole, il problema pare riguardare l’assenza di adeguate misure protettive dei sistemi di sorveglianza audio-video; senza trascurare l’assenza di linee guida per gli utenti, che dovrebbero sapere come proteggere meglio i dispositivi installati, nell’interesse di chi li possiede e degli individui ripresi.

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