Google fa dietrofront: bloccata l’estensione .bro

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L’azienda decide di bloccare il processo di pubblicazione della nuova estensione per evitare l’accusa di misoginia

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Google ha rinominato il suffisso dell’estensione dedicata al suo nuovo software, Brotli, da “bro” a “br” per evitare problemi legati ad una possibile misoginia. Il gigante hi-tech ha lanciato il programma per permettere a designer e sviluppatori di realizzare un web più leggero grazie ad uno strumento che comprimi i file. Dopo che le informazioni sul software sono emerse online, un ingegnere di Mozilla ha affermato che “bro” avrebbe causato problemi di gender, dando una sembianza “poco professionale” all’azienda americana. Il problema è che oltre ad essere utilizzato come diminutivo per rivolgersi ad un amico o familiare, il termine è anche in voga per descrivere in maniera poco ortodossa ragazzi in età da college dediti all’alcol con comportamenti sessisti poco invidiabili e sfoggianti una certa “cultura dello strupro”.

Prevenire è meglio

Né a Google né a qualsiasi altra azienda farebbe piacere veder un proprio prodotto associato ad una denominazione del genere ed è per questo che Mountain View ha deciso di fare marcia indietro e tagliare “bro” in “br”. In rete circolavano già le prime voci su possibili storpiature con cui “programmer” sarebbe stato cambiato in “brogrammer”, sempre riferito a Brotli, ma sappiamo bene quanto il web ci metta poco ad alzare polveroni. “Ho chiesto ad un’amica attivista del Nord America cosa ne pensasse di bro e mi ha restituito un feedback alquanto negativo, consigliandomi di non utilizzare quel vocabolo – ha detto Zoltan Szabadka, ingegnere del software di Google – abbiamo trovato un compromesso che non permette fraintendimenti. Per noi la storia è chiusa qui”.

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