Ridefinire lo spazio di lavoro

benjamin jolivet

Sono sempre di più, oggi, le aziende che puntano sulla mobility come asset fondamentale per migliorare la produttività e che adottano policy bring your own device (BYOD), con il duplice scopo di andare incontro alle esigenze dei dipendenti e di contenere i costi. E’ ormai riconosciuto, infatti, che la mobility è un driver importante per la produttività: molti dipendenti lavorano ormai lontani dall’ufficio almeno per una parte della settimana ed è fondamentale che possano operare nelle condizioni ottimali.

Del resto, una serie di dati parla chiaro: per quanto riguarda il futuro, secondo un’indagine Gallup, ci si aspetta che le professioni freelance crescano del 40% entro il 2020 nei soli Stati Uniti, mentre una ricerca di Global Leadership afferma che 1/3 delle aziende vedranno il 50% dei dipendenti lavorare in modalità remota entro il 2020. Secondo quanto riportato nel libro “Digital Renaissance of Work”, inoltre, si registra un aumento di produttività tra il 20 e il 50% proprio per questa tipologia di lavoratori. Perché ciò accade? Perché i classici strumenti che hanno scandito fino a oggi le nostre giornate in ufficio sono in realtà divoratori di tempo. I numeri parlano chiaro: in media un impiegato viene interrotto in ciò che sta facendo 56 volte al giorno e perde due ore per rimediare a queste interruzioni. Perdiamo circa 62 ore al mese in riunioni e riteniamo che almeno la metà di questo tempo sia sprecato.

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Non solo. Il 30% del nostro tempo se ne va rispondendo a email e la nostra percezione è ancora che almeno la metà sia sprecato. Non c’è da meravigliarsi che poi le persone finiscano con il lavorare anche fuori dagli orari canonici. E in tutto questo, una delle maggiori spese per le aziende, l’affitto dello spazio per gli uffici, mediamente utilizzati per meno del 45%, ha un ritorno dell’investimento così basso che sta spingendo le aziende a ripensare del tutto il concetto di ufficio.

In questo particolare momento, è la velocità dell’innovazione a fare da fattore differenziante per le aziende che vogliono sopravvivere in un mercato in continua e veloce evoluzione e in cui i dipartimenti IT stanno vivendo cambiamenti epocali. Proprio in questo contesto, si inserisce il nostro concetto di “Software Defined Workspace”: un ripensamento completo dello spazio di lavoro, che si stacca da qualsiasi luogo fisico predeterminato per essere invece definito via software, permettendo agli utenti mobili di beneficiare di app di produttività con le stesse funzionalità di business che sono abituati ad avere quando operano su desktop, senza alcun compromesso in materia di sicurezza, conformità ed esperienza utente.

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In Citrix, però, non ci limitiamo a rendere mobili le app: il nostro obiettivo è capire come e in quali situazioni vengono utilizzate da utenti finali, partner e contractor per elaborare una corretta strategia di deployment capace di essere davvero utile e sempre con la miglior esperienza d’uso. Oggi, la scrivania alla quale siamo sempre stati abituati diventa uno spazio digitale che ci segue ovunque e che ci permette di collaborare con chiunque, in qualsiasi momento e su qualsiasi dispositivo, superando i classici limiti che da sempre hanno caratterizzato il modo di lavorare della maggior parte di noi. Le organizzazioni IT si stanno attrezzando per rispondere a questi cambiamenti e la loro capacità di innovare avrà una ripercussione diretta sulla produttività dei dipendenti, in un contesto generale in cui agilità e collaborazione saranno concetti sempre più al centro della vita aziendale.

Benjamin Jolivet, country manager Citrix Italia, Southern and Eastern Europe