Dalla Svezia la prima pianta cyborg

Il primo mix di natura e tecnica all’interno di una rosa permetterà di realizzare sensori per lo studio della fisiologia vegetale

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Si parla spesso del connubio tra uomo e macchina; della possibilità di inserire dell’intelligenza in mezzo a circuiti di silicio o parti hardware all’interno del corpo umano, anche solo come supporto. La storia che arriva dalla Svezia è invece diversa e certamente unica. Alcuni ricercatori della Linköping University sono riusciti ad impiantare un circuito elettrico funzionante all’interno dello stelo di una rosa, che possa svolgere un compito attivo nel processo di vita della pianta. Lo hanno chiamato Pedot-S ed è un polimero capace di auto-organizzarsi e di trasportare energia elettrica nel fiore, trasferendo al contempo delle informazioni basilari sul ciclo di vita della pianta.

Nel nome della rosa

Ciò che succede è che il mini-circuito non solo riesce a svolgere le proprie funzioni dentro un ecosistema “vivente” ma può anche interfacciarsi con questo, prendere parte al suo flusso vitale e modificarne alcune caratteristiche. Così si aprono nuovi scenari nello studio di alcuni contesti, come la fotosintesi, che possono beneficiare della tecnologia per creare processi biochimici avanzati, con conseguenze dirette per la vita dell’uomo, come ad esempio il controllo e l’accelerazione dell’evoluzione di alcuni organismi da cui prelevare sostanze particolari per la realizzazione di farmaci. La ricerca svedese di Eleni Stavrinidou e colleghi è stata descritta sul numero del 20 novembre di Science Advances.

Leggi anche:  Milano diventa capitale della ricerca internazionale per tre giorni