Julia, il “cacciatore di bug” che ha convinto l’Air Force americana

Lo spin off dell’Università di Verona, acquisito da Corvallis, opera nel campo della verifica automatica dei software. Già richiesta dal Dipartimento di Difesa Usa e Airbus, è l’unica soluzione al mondo a utilizzare l’interpretazione astratta per individuare errori in programmi Java e Android

Si chiama Julia ed è la prima soluzione informatica in grado di individuare automaticamente e con un’accuratezza assoluta i “bug” di programmi scritti in linguaggio Java e Android. Per i programmatori significa in sostanza liberarsi dall’incubo di default e attacchi informatici. Per le imprese un rimedio al rischio di danni economici e di immagine legati al cattivo funzionamento di software e applicazioni.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Il livello di precisione di Julia è talmente elevato da aver già conquistato l’interesse dell’Air Force degli Stati Uniti. Julia collabora da tre anni con il Dipartimento di Difesa USA per la prevenzione dei bug nel sistema informatico e cloud. La start up veronese ha fornito inoltre consulenza sulle attività di programmazione informatica per evitare rischi di cybercrime. Julia ha aperto recentemente un dialogo con Airbus, primo costruttore di aeromobili in Europa, e lavora con le principali compagnie bancarie, assicurative e aziende di servizi italiane, per le quali interviene nella prevenzione del rischio di blocchi di sistema in gestionali, applicazioni e internet banking, sempre più diffusi nel settore finance.

Julia è uno dei sei spin off cresciuti al Computer Science Park dell’Università di Verona. Il primo a uscire, lo scorso giugno, dall’incubatore universitario. Dopo dieci anni di studi e di ricerche sviluppate da un team di docenti e ricercatori italiani, Fausto Spoto e Roberto Giacobazzi insieme al francese Frédéric Mesnard, Julia è stata acquisita da Corvallis, gruppo padovano tra i principali operatori italiani nel settore informatico, che ne detiene il 65% delle quote.

Leggi anche:  Cybersecurity: enorme fuga di notizie svela il mondo degli hacker cinesi a pagamento

Il settore di riferimento, quello dei Software Code Analyzer (SCA), è giovane ma destinato ad avere un rapido sviluppo. Oggi si contano pochi competitor al mondo. La maggior parte fa uso della tecnica di pattern-matching, che presenta un livello di accuratezza incompleto in quanto basata su una ricerca “meccanica” di errori nei file sorgente. Julia è invece l’unica a utilizzare le più moderne e riconosciute tecniche di interpretazione astratta, che consentono un’analisi del software in modalità statica e semantica. Semplificando molto, si tratta di un metodo che consente di astrarre in maniera automatica tutte le variabili possibili del programma in ogni percorso di esecuzione e di trovare tutti i bug del tipo indagato, eliminando con precisione assoluta il rischio di errore.

L’impiego di questo “cacciatore di bug” può abbracciare qualsiasi mercato nel quale sia presente un software: dall’industria all’elettronica, dalle telecomunicazione alle finanza, dalla difesa alla sanità. La verifica dei software è un’esigenza sempre più sentita dalle aziende e rappresenta un mercato destinato a crescere in modo esponenziale nei prossimi anni.

«Abbiamo investito in una start up altamente innovativa – spiega Antonio Santocono, presidente di Corvallis Spa – perché crediamo nel futuro della tecnologia e nella ricerca applicata. L’impiego crescente di software gestionali, applicazioni, servizi basati su internet, espone un numero sempre più alto di settori economici alle conseguenze di malfunzionamenti e blocchi informatici, o addirittura di attacchi dall’esterno. La sicurezza è un valore aggiunto che coltiviamo tanto per le imprese quanto per i consumatori».

«Quella di Julia  – spiega Nicola Sartor, rettore dell’università di Verona – è una grande storia di successo ed emblematica per raccontare un percorso che parte con  la ricerca di base, condotta cioè senza vincoli, a suo tempo nata dai docenti  del nostro dipartimento di Informatica  Fausto Spoto e Roberto Giacobazzi.  Successivamente è stato attuato un progetto di ricerca applicata attraverso i nostri bandi Joint Project che cofinanziano, per il 50% dell’importo totale, ricerche con partner non universitari. Alla fine di questo percorso si è anche convalidata la commerciabilità di questa idea che ha trasformato il software Julia in una spin off  universitaria. Oggi Julia, che è stata rilevata in larga misura da Corvallis, leader italiana nei servizi IT,  è pronta ad avere un grande successo come dimostra l’interesse di molti soggetti di rilevanza internazionale che stanno già utilizzando questo prodotto».

Leggi anche:  Aprile, mese della consapevolezza dello stress, come combattere lo stress digitale

«Julia – commenta Gianni Zucchini, amministratore delegato – può catturare l’interesse di grandi gruppi aziendali in tutti i settori di mercato, come sta già avvenendo. Le strategie di sviluppo proseguiranno con una forte azione commerciale e con l’evoluzione delle funzionalità in termini di facilità d’uso, sicurezza, reporting, integrazione con altri strumenti collegati. Punteremo infine anche sul supporto di nuovi linguaggi avanzati, in aggiunta a Java e Android».