Meno neve in montagna porterà meno acqua in pianura: nel prossimo secolo gran parte del Pianeta è a rischio siccità, altra gravissima conseguenza del surriscaldamento globale

I ricercatori hanno stimato che le temperature potrebbero salire di oltre 5 gradi nei prossimi 100 anni e che entro il 2080 metà delle piante e degli animali esistenti si estinguerà. L’innalzamento delle temperature, ormai inesorabile, potrebbe lasciare a secco oltre 2 miliardi di persone. L’allarme è stato lanciato da uno studio degli scienziati della Columbia University. La neve che si scioglie d’inverno porta acqua non solo agli ecosistemi naturali ma anche città e fabbriche. Ora il rischio di siccità potrebbe investire tutto il mondo, America, Europa, Medio Oriente e Asia centrale.

Tutto il Pianeta a rischio

Sono tutte aree ricche di terreni agricoli, oggi seriamente compromesse sia a causa della sempre maggiore siccità che per via delle devastazioni dovute alle guerre.
La risorsa idrica legata alla neve stagionale è importantissima: il disgelo garantisce la presenza d’acqua nelle pianure durante la primavera e l’estate, proprio quando sono più elevate le richieste da parte dell’uomo.
Un equilibrio che rischia di essere gravemente compromesso dai cambiamenti climatici:
piogge invernali in calo, neve che cade ad altitudini progressivamente più elevate e fusione che avviene prima.

Un serbatoio in esaurimento

Il calo degli accumuli di neve in molte regioni è una tendenza che è destinata a continuare.

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“La neve è importante perché costituisce un proprio serbatoio. Ma le conseguenze del manto nevoso ridotto non sono le stesse per tutti i luoghi”, ha detto l’autore Justin Mankin.
Calcolando i possibili effetti futuri, sulla base di quante persone consumano acqua generata dallo scioglimento della neve, gli studiosi hanno così scoperto che sono 97 i bacini che oggi servono circa 2 miliardi di persone e che dipendono dallo scioglimento della neve.