Per uscire dalla web-dipendenza nasce al policlinico Gemelli un nuovo centro pediatrico interdisciplinare per guarire o mettere in guardia i più giovani e i loro genitori da una psicopatologia sempre più diffusa

Si tratta di una condizione i cui primi sintomi ricorrenti sono mal di testa, disturbi del sonno e dell’alimentazione, oltre che un senso di generale spossatezza e stanchezza cronica. La dipendenza da web spinge in molti casi poi all’isolamento, ad attacchi di rabbia e ad un calo improvviso del rendimento scolastico, come accade spesso alle vittime del cyberbullismo. Navigare in Rete può diventare una vera e propria mania in grado di alterare lo stato di coscienza delle persone, tanto che lo scorso anno la polizia ferroviaria ha trovato un ragazzo vagare in stato confusionale e in preda a una totale amnesia. Questo disturbo di natura psicologica, che negli Stati Uniti si cura già in ospedale, secondo l’Università di Roma può essere anche causa dell’infertilità nei giovani.

I campanelli d’allarme

L’idea di realizzare un centro dedicato a questa psicopatologia nasce dall’intento di aiutare sia i genitori nel individuare i primi campanelli d’allarme che indicano un uso eccessivo di Internet da parte di propri figli, sia per mettere in guardia gli adolescenti sui rischi della rete.

La struttura è stata realizzata in collaborazione con la facoltà di Medicina e chirurgia dell’università Cattolica del Sacro Cuore, primo caso in Italia di approccio integrato alle “dipendenze da connessione” dei più giovani. Il direttore dell’istituto di Psichiatria e direttore dell’Uoc di Neuropsichiatria infantile del Gemelli Eugenio Mercuri, spiega durante l’inaugurazione che grazie al lavoro svolto nel centro si potranno capire “non solo gli elementi psicologici legati alla dipendenza, ma anche le ripercussioni a livello fisico e cognitivo”.

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L’errore più grande è dei genitori

Ecco perché il progetto è seguito da un team di psicoterapeuti, neuropsichiatri e pediatri che coopereranno per aiutare genitori e figli insieme. Un’idea che può essere considerata la prosecuzione e l’ampliamento di un lavoro che già dal 2009 il centro per le dipendenze giovanili del Gemelli sta affrontando con impegno e risultati.
Secondo Federico Tonioni, responsabile del centro dipendenze del policlinico universitario romano “sono i genitori a commettere l’errore più grande”. Secondo gli esperti il più grave sbaglio sarebbe quello di intrattenere i figli con tablet e smartphone fin da piccoli, “invece che dialogare con loro o giocarci”.