A lanciare l’allarme è uno studio pubblicato sul World Economic Forum, che prospetta un drammatico scenario per i mari nel prossimo futuro: un oceano di plastica pari a quella di quattro camion di spazzatura

Non si parla di un futuro lontano centinaia di anni, ma di una prospettiva che ci riguarda più da vicino: solo fra 35 anni gli oceani potrebbero contenere più bottiglie di plastica che pesci. Secondo lo studio circa il 32% degli oggetti di plastica a livello globale non rientra nei sistemi di raccolta e viene abbandonata, inquinando l’ambiente circostante. Gli scienziati hanno quindi stimato che ogni anno vengono riversati nei mari otto milioni di tonnellate di plastica, l’equivalente di un camion colmo di spazzatura al minuto.
La quantità di plastica che galleggia negli oceani è impressionante, si parla di oltre 250 mila tonnellate, per un totale di 5.250 miliardi di frammenti.

Tutti noi possiamo fare qualcosa

“Il problema più urgente da risolvere è quello che riguarda l’inquinamento provocato dagli oggetti di plastica monouso, i quali non vengono riciclati a dovere”, spiega Dianna Cohen, ceo di Plastic pollution coalition. “Tutti noi abbiamo il potere di fare qualcosa per ridurre la quantità di plastica che utilizziamo ogni giorno”, ha aggiunto.
L’Imperial College di Londra suggerisce di iniziare la pulizia degli oceani dalle coste e non dalle “isole” di immondizia come la “Great Pacific garbage patch”, una immensa area di spazzatura nel Pacifico, una delle cinque maggiori al mondo.
Le spiagge sono sempre più inquinate e una ricerca di Legambiente ha evidenziato che il 65% dei rifiuti sulle coste italiane è composto proprio da plastica. Anche se è stata sviluppata un’apposita App che aiuta a capire quanto inquina questo materiale disperso nell’ambiente, alla luce di questi allarmanti dati è sempre bene fare la massima attenzione a cosa si butta e dove.

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Pesci in estinzione

A mettere in guardia sugli effetti devastanti dell’inquinamento degli oceani sulla popolazione ittica è anche un altro recente studio dell’Università di Adelaide, in Australia. in particolare gli scienziati hanno valutato l’impatto del cambiamento climatico sugli ecosistemi marini e sulla fauna, arrivando a prevedere un’estinzione di massa entro il 2050. Purtroppo la continuativa emissione di gas serra, unitamente alla pesca intensiva e all’inquinamento dei mari, stanno distruggendo l’equilibrio della vita nei mari, dove le catene alimentari sono a rischio di crollo, in tutto il mondo.