Grazie alle ultime scoperte che hanno visto legare il genoma al controllo degli impulsi a mangiare, presto sarà possibile realizzare diete su misura basate sul Dna

Ad affermarlo è uno studio dell’università del Texas, che prospetta la possibilità di arrivare a diete personalizzate in base alla genetica entro i prossimi cinque anni.

Una combinazione di dati genetici e comportamentali

La dieta del Dna sarà possibile grazie alle ultime scoperte che legano il genoma al controllo degli impulsi della fame, come spiega Molly Bray, autrice del rapporto:

“Penso che in cinque anni vedremo le persone usare una combinazione di dati genetici, comportamentali e di altro tipo per sviluppare piani di management del peso individualizzati. Per ora siamo bravi a far perdere peso ai pazienti sul breve periodo – sottolinea l’autrice del rapporto – ma sul lungo termine le statistiche sono deludenti. E’ il momento – conclude – di trovare il modo di usare tutti i dati che abbiamo per risultati migliori”.

Stesso pasto, metabolismi diversi

Uno studio israeliano su un campione di 800 persone ha dimostrato di recente che uno stesso pasto viene metabolizzato in maniera diversa, contrariamente ad altri studi che hanno legato determinate variazioni nel Dna ad una maggiore o minore propensione a mangiare in modo sregolato. In particolare Il microbioma intestinale è considerato uno dei fattori determinanti nel mantenimento del peso.
L’idea è quella che in futuro i pazienti uniscano i dati sul Dna ricavati da un campione di saliva a quelli ottenuti dai sensori indossabili che registrano attività fisica e livelli di stress. Sarà poi compito di un algoritmo elaborare le informazioni date, restituendo consigli personalizzati per il raggiungimento degli obiettivi individuali.

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