Dall’unione tra l’azienda farmaceutica americana Abbott e la bolognese Marchesini nasce un dispositivo rivoluzionario per migliorare la vita dei malati di diabete

Basta con le fastidiose punture per misurare la glicemia più volte al giorno. Già lo scorso anno gli studiosi dell’Università di San Diego avevano approntato una sorta di “tatuaggio” temporaneo per tenere sotto controllo la glicemia dei pazienti affetti da diabete. Ora dalla partnership del colosso americano Abbott con l’azienda bolognese nasce un sistema che consentirà ai diabetici di controllarne il livello grazie ad un sensore che si applica come un cerotto sulla parte posteriore del braccio, che si può tenere fino a 14 giorni. Il cerotto trasmette ad un lettore i dati relativi ai livelli di zucchero presenti nel sangue. FreeStyle Libre System, questo è il nome del sensore, è stato presentato ufficialmente oggi a Bologna nella sede del gruppo Marchesini. Sempre per monitorare in modo integrato i parametri vitali necessari per tenere sotto controllo le condizioni di salute di chi soffre di diabete, un gruppo di startupper israeliani aveva sviluppato Dario, legato all’utilizzo di un app specifica.

Un’innovazione da estendere su tutto il territorio

“Per Abbott- spiega Maurizio Marchesini- abbiamo creato una linea di packaging unica nel suo genere, costruita solo per Abbott, per rendere la produzione più sicura ed efficace possibile. La collaborazione è iniziata due anni, prima con lo staff californiano, poi quello inglese. Stiamo lavorando ad una seconda linea e vedremo in futuro quali sono le prospettive”.

Il dispositivo ha anche l’approvazione del ministro Guidi: “Questa è una bella dimostrazione di cosa significa fare industria e innovazione. Il diabete è una malattia disabilitante e questo dispositivo consentirà ai pazienti di vivere una vita migliore”. L’idea è che questo sistema venga esteso presto a livello nazionale.

“L’impegno nei confronti dei pazienti diabetici- ricorda Bonaccini- in particolare bambini, è evidente da anni e stiamo sviluppando modelli assistenziali e modalità di utilizzo delle risorse con la collaborazione delle associazioni dei malati”.

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