Cyberbullismo, si verifica in metà delle scuole italiane

E’ allarme cyberbullismo, nel 51% dei casi le scuole si sono rivolte alle forze dell’ordine

Questo preoccupante quadro è emerso dalla prima fase dell’indagine del Censis dal titolo “Verso un uso consapevole dei media digitali”, in collaborazione con la Polizia Postale, che sarà presentata oggi alla Scuola Superiore di Polizia.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Gli episodi di cyberbullismo registrati hanno riguardato nel 10% dei casi il sexting (ovvero lo scambio di immagini e video dai contenuti sessualmente espliciti) e nel 3% si è trattato di vero e proprio adescamento online. Eppure i genitori dei ragazzi continuano a sminuire un fenomeno che stai acquisendo una portata troppo rilevante per essere minimizzato. Lo scorso dicembre un preside di Parma aveva lanciato su Facebook un appello ai genitori per sensibilizzarli, preoccupato dal continuo scambio di insulti via Whatsapp tra i suoi studenti.
Secondo una ricerca di Federconsumatori oltre il 40% dei giovani italiani è stato colpito dal cyberbullismo, una pratica che provoca forti ripercussioni a livello psicologico sui minori. Nel maggio del 2015 il Senato ha approvato il nuovo decreto legge sul cyberbullismo, grazie al quale ora anche i minori sopra i 14 anni potranno chiedere di rimuovere contenuti in Rete.

E’ internet il regno del cyberbullismo

Il 77% dei 1.727 presidi delle scuole medie e superiori è concorde nel ritenere internet il “luogo” dove si verificano con maggior frequenza i fenomeni di bullismo, più che nei comuni ambienti di aggregazione (47%), nel tragitto tra casa e scuola (35%) o all’interno della scuola stessa (24%). Per il 45% dei dirigenti il cyberbullismo ha riguardato non più del 5% dei loro studenti, mentre secondo il 18% dei dirigenti scolastici il sexting vede coinvolto tra il 5% e il 30% dei ragazzi. E’ però ben l’81% dei dirigenti scolastici a pensare che i genitori ridimensionino troppo un problema sempre più concreto.

Leggi anche:  La sperimentazione dell’intelligenza artificiale nel dark web

Ritratto di un bullo

Dall’indagine Censis emerge anche una sorta di profilo tipo del cyberbullo, che secondo il 70% dei dirigenti scolastici non appartiene a un sesso specifico ma è indifferentemente maschio o femmina.

Solo il 19% pensa che si tratti soprattutto di ragazze, mentre l’11% punta il dito contro i ragazzi. Quali provvedimenti stanno attuando le scuole per combattere questo fenomeno in ascesa? Il 39% riferisce di aver messo in atto alcune azioni specifiche contro il cyberbullismo previste dalle linee di orientamento del Ministero dell’istruzione, mentre il 63% intende farlo nel corso di questo anno scolastico.