Si abbassa l’età media delle persone colpite da infarto, secondo uno studio della Cleveland Clinic

Da una ricerca americana presentata all’American College of Cardiology emerge un dato allarmante: sono in aumento i casi di infarto tra i più giovani, in particolare scende da 64 a 60 anni l’età media. L’attacco cardiaco, che negli ultimi colpisce le donne più degli uomini, non è un rischio concreto solo per le persone anziane. Un quadro che si evince dall’analisi di casi di circa 3.900 pazienti vittime della forma più grave di infarto tra il 1995 e il 2014, da cui emerge anche che i maggiori fattori di rischio sono sempre ipertensione, obesità e diabete. Sebbene lo scorso dicembre i ricercatori dell’Università di Stanford abbiano scoperto una miracolosa proteina in grado di riparare il cuore dai danni subiti da un infarto, è sempre meglio adottare uno stile di vita che riduca le possibilità di rimanere vittima di un attacco. Anche esporsi a picchi di freddo improvvisi rappresenta un pericolo per il cuore. Altri fattori che espongono l’organismo a rischio di infarto, che si potrà diagnosticare con un esame del sangue, sono la carenza di vitamina D e la statura, in quanto le persone basse sarebbero più esposte a problemi cardiaci.

I fattori di rischio

Il fattore obesità tra è aumentato dal 31% al 40%, ma anche il tasso di diabete è risultato più alto, dal 24 al 31%, mentre l’ipertensione è passata dal 55% al 77%.

A cambiare è anche, come sottolineano i ricercatori, la percentuale delle persone che presentano più di tre fattori di rischio, che è passata dal 65% all’85%:

“Se sul fronte delle terapie abbiamo fatto grandi passi avanti in 20 anni – spiega Samir Kapadia, uno dei ricercatori – molto c’è da fare sotto l’aspetto prevenzione. Durante le visite di controllo bisogna insistere di più con i pazienti per un corretto stile di vita”.

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