L’FBI si prepara a sbloccare altri iPhone

Le paure di Apple si sono avverate: i federali possono violare la sicurezza di altri smartphone, come già successo per quello di Syed Farook

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Probabilmente è l’epilogo peggiore a cui si poteva giungere. Nel muro contro muro innalzato da Apple contro l’FBI, a rimetterci sono gli utenti, che vedono ancora una volta la loro privacy scadere sotto i colpi della burocrazia statunitense. Se lo sblocco dell’iPhone 5C di Syed Farook, il terrorista di San Bernardino, pareva essere cosa legittima all’interno delle indagini per la sicurezza nazionale, la mancata risposta da parte della Mela ha causato un boomerang pazzesco nei suoi confronti, tanto da mettere in discussione la lealtà stessa della multinazionale di Cupertino.

Il nuovo caso

Vero interesse etico nei confronti dei clienti o tentativo di portare a sé tutta la migliore opinione pubblica per recuperare credibilità dopo le vicende del Datagate e delle falle di sicurezza su iCloud? Difficile a dirsi ma all’FBI non importa poi molto: all’ennesimo rifiuto di supporto per ottenere i dati conservati sull’iPhone 5C di Farook, i federali sono andati avanti per la loro strada, bucando i sistemi di difesa del cellulare grazie al supporto di un’agenzia di sicurezza informatica chiamata Cellebrite. Il modus operandi è andato così a buon fine che l’FBI è già intenzionata a replicarlo all’interno di un caso di omicidio in Arkansas. Secondo il Guardian, l’agenzia degli USA ha deciso di aiutare i procuratori violando l’iPhone e l’iPod di due ragazzi accusati di aver ucciso una coppia lo scorso luglio. Secondo l’accusa, all’interno dei due dispositivi ci sarebbero le prove di un accordo tra i due teenager circa l’assassinio, elementi che contribuirebbero a validare quelle che sinora sono solo supposizioni.

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