Si può morire dopo una forte emozione positiva? Chi è affetto dalla sindrome d Takotsubo corre questo rischio

Si tratta di una rara condizione che colpisce il cuore descritta per la prima volta in Giappone nel 1990, una patologia che comporta la deformazione del ventricolo sinistro, con sintomi analoghi a quelli di una sindrome coronarica acuta. Sulle cause c’è ancora incertezza, ma si ipotizza un prolungato stress emotivo, come un lutto in famiglia, un incidente o altre gravi preoccupazioni.

Anche le emozioni positive sono scatenanti

Ecco perché questa malattia è conosciuta più comunemente come “sindrome del cuore infranto” o “sindrome da crepacuore” e determina tassi di mortalità simili a quelli dell’infarto (5%). Tuttavia non sarebbero solo le emozioni negative a scatenare la sindrome, ma anche troppi stimoli positivi intensi, come gioia e felicità improvvise. Il nome Takotsubo deriva dal cestello che utilizzano i pescatori giapponesi per catturare i polpi: tako (polpo) e tsubo (cestello).
Il riferimento è quello al ventricolo sinistro del cuore, che nelle persone malate assume una forma che ricorda proprio quei cestelli.
La sindrome colpisce sopratutto le donne in post-menopausa, anche senza la presenza di possibili rischi cardiaci.

Colpite soprattutto le donne post-menopausa

Nel 2011 è stato aperto il primo database di persone colpite dalla sindrome, dal cardiologo Christian Templin e dalla collega Jelena Ghadri, ricercatori presso l’ospedale universitario di Zurigo, in Svizzera. In 485 dei casi esaminati, era sempre un’emozione forte, come la morte di una persona cara, a scatenare l’attacco di cuore da takotsubo. Si è evidenziato tuttavia che non erano solo stimoli negativi responsabili della condizione: nel 4% di quei casi (20 individui), le emozioni responsabili dell’attacco erano positive, come gioia e felicità.

Nel 95% dei casi, sia di cuore infranto che di cuore felice, i pazienti erano donne in post-menopausa.

“Abbiamo dimostrato che i fattori scatenanti della Tts possono essere più vari di quanto si pensasse” spiega la dottoressa Ghadri.

Il Dottor Templin spiega che “gli eventi tristi della vita e quelli lieti, pur intrinsecamente distinti, percorrono circuiti comuni che possono sfociare nella sindrome”.

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