I ricercatori del Mit di Boston puntano sulle cellule “hackerate” per battere il cancro

Nuove speranze per la lotta contro i tumori, grazie alla possibilità di programmare le cellule in modo da reagire alla minaccia del cancro reagendo con maggior efficacia rispetto a quanto farebbero naturalmente.

Il deficit del sistema immunitario

Il nostro organismo infatti è facilmente vittima della diffusione dei tumori perché presenta un deficit nel sistema immunitario, dovuto al fatto che i Linfociti T non identificano le cellule tumorali, di cui per la prima volta è stato fatto un ritratto in 3D, e vengono spinte in direzione di una sorta di suicidio programmato da un particolare enzima rilasciato dal cancro.

L’idea è quella di utilizzare la capacità di modificare le componenti organiche mediante esperimenti di nano-ingegneria genetica, creando così una nuova classe di cellule hackerate e riprogrammate per riconoscere i tumori e sconfiggerli. Già nel 2014uno uno studio condotto da Pier Mario Bava, ricercatore dell’Irccs Multimedica Milano, aveva ipotizzato di trattare le cellule tumorali con cellule staminali mutate. Recentemente anche l’University College di Londra sembra aver individuato il tallone d’Achille del cancro, aprendo la strada alla possibilità di intervenire agendo su una particolare proteina “bandiera” trasportata dalle cellule cancerose all’interno dell’organismo in corrispondenza delle mutazioni genetiche messe in atto dalle cellule coinvolte.

Verso nuovi microrganismi

Gli studiosi hanno lavorato sul Dna specifico di alcuni batteri, appartenenti alla famiglia degli Escherichia Coli, rendendoli più sensibili a variazioni di forma e temperatura organiche determinate dal cancro e inserendo al loro interno un sensore in grado di rivelare la presenza del tumore.
In questo modo l’organismo viene allertato della minaccia prima che questa diventi difficile da affrontare da parte del sistema immunitario.
Al momento il test è risultato positivo solo per un gruppo embrionale di batteri, tuttavia la strada della riprogrammazione delle cellule potrebbe portare presto a nuove classi di microrganismi creati ad hoc per combattere i tumori, compensando così il deficit del sistema immunitario.

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