Microsoft fa causa agli Stati Uniti per la privacy degli utenti

Microsoft supera Apple per capitalizzazione

La multinazionale ha depositato l’azione al tribunale di Washington appellandosi al primo e al quarto emendamento

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Una campagna in difesa della libertà di parola e del diritto dei cittadini di sapere se il governo accede alle loro informazioni personali. In altre parole Microsoft si pone a scudo del primo e del quarto emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, entrambi sul rischio di essere violati dallo stesso governo, come mostrato dai documenti del Datagate che in questi anni abbiamo imparato a conoscere. La multinazionale di Redmond ha così citato in giudizio il governo USA, depositando l’azione al tribunale distrettuale di Washington.

I motivi

La causa di un tale gesto risiedono tutte nella volontà dell’amministrazione Obama di accedere alle informazioni personali dei cittadini americani senza che loro lo sappiano, utilizzando vari stratagemmi che, più di una volta, riguardano la privacy online e la produzione di dati in rete. A quanto pare, gran parte del malcontento risiederebbe nella forzatura verso il rilascio delle comunicazioni via email dei clienti di Microsoft, ma è tutto il sistema di intercettazioni governative a rappresentare una minaccia globale alla vita delle persone. In questo modo Microsoft mette ancora più pressione sulle violazioni che le forze federali compiono, ogni giorno, per ottenere elementi utili (ma non è detto) alle loro indagini, violando la sicurezza degli strumenti utilizzati per viaggiare su internet. Una stessa linea intrapresa dall’FBI quando ha deciso di fregarsene del divieto di sblocco dell’iPhone espresso da Apple e si è valsa dell’aiuto di una compagnia esterna (o di hacker grey hat) per sbloccare l’iPhone 5C del terrorista di San Bernardino, aggirando le procedure insite nello smartphone.

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