L’opinione pubblica è divisa non solo sugli effetti dell’omeopatia, ma anche sulla sua diffusione

Basandosi sul quadro emerso dal rapporto “Omeopatia, l’immagine odierna” voluto per la giornata dedicata all’Omeopatia da Omeoimprese, un italiano su cinque avrebbe usato prodotti omeopatici almeno una volta nel corso del 2015 e 3 italiani su 10 hanno dichiarato di farne uso per i propri figli.

Diffusione dell’omeopatia: chi ha ragione?

Un rapporto che dipinge un quadro positivo per l’omeopatia. Nel 2012 sarebbe il 16,2% della popolazione adulta avrebbe usato almeno una volta nell’ultimo anno un medicinale omeopatico, cifra che nel 2015 avrebbe raggiunto il 16,5%.

Tuttavia l’stat non concorda con questi dati: nel 2013 le persone che hanno utilizzato farmaci omeopatici sarebbero 2 milioni e 452 mila (all’incirca 1 italiano su 20), mentre otto anni prima gli utilizzatori di prodotti omeopatici erano il doppio. Dal 2005 al 2013 il numero di persone che hanno scelto questi farmaci ha subito un drastico calo passando da 7% al 4,1% della popolazione. Sembra che intorno all’omeopatia ci sia ancora poca chiarezza, dati incerti e contraddittori.

Oggi, giornata dell’omeopatia

Oggi, 11 aprile, si celebra la giornata dell’omeopatia, per ricordare che nel 1775 nasceva Samuels Hahnenmann, il medico tedesco inventore del metodo. All’origine c’è il “principio di similitudine del farmaco” (similia similibus curantur) ,un’idea che la medicina tradizionale considera del tutto priva di fondamento scientifico. Alla base della terapia omeopatica c’è la convinzione che il rimedio appropriato per una determinata malattia sarebbe dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata.

Una volta individuato il principio omeopatico, viene somministrato al paziente in una quantità molto diluita, secondo una misura definita “potenza”. La medicina tradizionale però ritiene che le dosi siano sempre troppo diluite, così da risultare insignificanti. E’ cosa già nota che l’omeopatia non produca effetti tangibili a livello terapeutico (sarebbe utile quanto un placebo), ma non il fatto che goda ugualmente di credibilità diffusa, dovuta soprattutto ad una confusione con la fitoterapia, che però ha diverse basi scientifiche. L’Organizzazione mondiale della sanità ritiene che l’omeopatia non sia una cura e non apporti benefici reali all’organismo, mentre una ricerca condotta nel 2014 paragona la sua efficacia a un effetto placebo. Lo scorso dicembre la prestigiosa rivista scientifica Nature ha stilato una classifica dei falsi miti della scienza e tra le bufale ha inserito anche l’omeopatia, al nono posto.

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