Internet of Things: 14 miliardi di oggetti connessi alla rete nel 2016

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La cifra potrebbe oscillare fra i 20 e i 100 miliardi nel 2020, per un valore aggiunto nell’economia globale che entro quell’anno varierà in un intervallo compreso fra i 1900 e i 14.400 miliardi di dollari. Sono alcuni dei dati emersi nel corso dell’incontro promosso da Anitec

Qual è l’impatto del cosiddetto “internet delle cose” nell’economia globale? Cosa significa gestire un’impresa 4.0? In poche parole, cosa vuol dire innovare i processi produttivi nell’Italia del 2016 e far crescere l’economia a partire dal rilancio del manifatturiero? Sono le domande alla base dell’incontro tenutosi oggi presso la sede romana del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dal titolo “Internet of Things e Manufacturing 4.0”, organizzato da Anitec (Confindustria), Fondazione Cotec e Cnr.

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Per dare uno scenario, parliamo di 14 miliardi di oggetti connessi alla rete nel 2016, ma la cifra potrebbe oscillare fra i 20 e i 100 miliardi nel 2020, per un valore aggiunto nell’economia globale che entro quell’anno varierà in un range compreso fra i 1900 e i 14.400 miliardi di dollari.

Anitec, l’associazione confindustriale delle imprese dell’Ict e dell’elettronica di consumo, ha avviato dal 2016 una collaborazione col Consiglio Nazionale delle Ricerche e la Fondazione Cotec per un ciclo di incontri formativi per imprese ed istituzioni operanti nel campo dell’innovazione tecnologica. Questo è il secondo appuntamento, dopo il primo di gennaio sul tema della cybersecurity.

Come dichiara Cristiano Radaelli, presidente Anitec, “negli ultimi mesi il nostro Paese sembra aver preso coscienza del ruolo cruciale del digitale per la crescita dell’economia e delle imprese; ne sono testimonianza il piano “Crescita Digitale” e la “Strategia per la Banda Ultralarga” promossi dal Governo e volti a far recuperare il gap esistente rispetto ai maggiori Paesi europei e mondiali in termini di diffusione dei servizi digitali; il costo di questo ritardo è valutabile in circa 2 punti di PIL (30 miliardi di euro) e circa 700 mila posti di lavoro (fonte: Confindustria)”. Per colmare questo gap e migliorare la competitività rispetto altri Paesi, secondo il Presidente di Anitec, “è cruciale dare rapida esecuzione a questi programmi in una logica Industry 4.0 – la quarta rivoluzione industriale legata all’adozione delle tecnologie digitali nelle imprese di tutti i settori produttivi – e IoT – l’interconnessione degli oggetti attraverso la rete e la gestione intelligente dei dati scambiati. Lo sviluppo di Industry 4.0 e IoT è strettamente legato alla disponibilità di una rete 5G, in grado di veicolare in modo efficiente i servizi digitali più evoluti e di sostenere il crescente traffico dati”.

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I dati sono stati illustrati dal Vicepresidente di Anitec e Ceo di Italtel, Stefano Pileri. Secondo le ricerche del Politecnico di Milano, in Italia alla fine del 2015 il mercato degli oggetti connessi con la rete cellulare è pari a 1,47 Miliardi di €. Se a questo si somma anche il mercato di applicazioni basate su altre tecnologie di trasporto (Wireless M-Bus, Wi-Fi, Low Power Mesh networks, Bluetooth Low Energy, etc.), che è circa di 530 Milioni di Euro, si arriva ad un mercato Italiano complessivo di 1,55 miliardi di Euro, in crescita del 30% rispetto all’anno prima. Negli ultimi 15 anni gli investimenti in tecnologie, incidendo fortemente sulla produttività, hanno contribuito per il 45% alla crescita media del PIL negli USA, per il 30% in Europa e solo per il 20% in Italia. Gli investimenti digitali nei Paesi europei rappresentano oggi mediamente il 6,4% del PIL mentre in Italia raggiungono solo il 4,7%.

“Malgrado le concrete evidenze dei benefici – ha dichiarato Pileri – le imprese italiane non hanno ancora avviato in modo sistemico e profondo la trasformazione competitiva digitale. Il tema è culturale e di politica industriale. È fondamentale stimolare gli investimenti in digitale con incentivi e politiche di sostegno, garantire la Banda Ultra Larga in tutti i territori con un potenziale produttivo, sviluppare le competenze digitali nel sistema formativo. Non ultimo, è importante completare al più presto le 10 piattaforme previste dal Piano Crescita Digitale (ANPR, SPID, Pagamenti, Italia Log-In, Sanità, Giustizia, Smart Cities, etc.) e favorire la realizzazione di Digital Innovation Hub, dove le imprese possano trasferire conoscenza, contaminarsi con il digitale e sviluppare nuovi modelli di business”.

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Lorenzo Basso, relatore dell’indagine conoscitiva della Camera dei Deputati su “Industria 4.0”, intervenuto come relatore all’evento, ha dichiarato: “Ritengo molto efficace l’incontro di oggi, poiché va nella direzione di sviluppare la collaborazione tra Industria e Ricerca, una delle linee di indirizzo strategiche individuate dalla X Commissione Attività Produttive della Camera; porterò i contributi raccolti in questa importante occasione all’interno del documento conclusivo della Commissione”.

Tra le altre personalità intervenute all’incontro, anche: Massimo Inguscio, Presidente CNR; Luigi Nicolais, Presidente Fondazione COTEC; Marco Conti, Direttore DIITET-CNR; Claudio Roveda, Direttore Generale Fondazione COTEC; Giancarlo Grasso, Coordinatore Comitato Ricerca, Sviluppo e Innovazione di ANITEC.