L’hack alla banca del Bangladesh legato al caso Sony

Secondo esperti forensi, la violazione all’istituto di credito nazionale e al più recente vietnamita porterebbero al grande breach del 2014

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Ieri avevamo riportato la notizia di Swift, l’agenzia che fornisce alle più grandi banche del mondo il software di gestione finanziaria, secondo cui sarebbe avvenuto nei giorni scorsi un secondo pesante hack dopo quello alla Banca del Bangladesh. Gli investigatori di BAE Systems hanno esaminato la violazione dello scorso febbraio e la più recente, che avrebbe coinvolto un ente commerciale vietnamita, e ha collegato il tutto alla grande violazione avvenuta nel 2014 a danno della Sony Pictures Entertainment. Secondo gli esperti forensi, gli episodi non sarebbero per nulla isolati, anzi potrebbero essere ricondotti ad un’unica e vasta campagna criminale. Il motivo di tanta sicurezza arriverebbe dall’utilizzo, nelle varie vicende, di un malware dalle stesse uniche caratteristiche, conosciuto sin dal 2009 all’interno della Operazione Blockbuster, la campagna entro la quale è rientrata anche la vicenda Sony.

Fonte unica

Se l’indiscrezione dovesse essere confermata, vorrebbe dire che gli hacker che hanno messo in ginocchio la multinazionale nipponica due anni fa, sono gli stessi che stanno facendo tremare il mondo dell’economia. Difficile dire da dove arrivino i cyber criminali di turno, anche se ai giorni dell’hack a Sony, molti indizi portavano in Corea del Nord. Non a caso, la violazione del 2014 coincise con il rilascio di un film americano che, a suo modo, parlava di Kim Jong-un, il leader nordcoreano.  Gli attacchi più recenti agli istituti bancari sono di tutt’altro genere ed evidenziano una profonda conoscenza degli hacker sui metodi di funzionamento del software di Swift, tanto da far pensare alla presenza di qualche insider interno, che avrebbe facilitato e velocizzato le procedure di intrusione.

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