Alessandro La Rocca (Trenitalia), quale ICT per le nuove esigenze di trasporto

alessandro la rocca trenitalia

Da responsabile dell’Innovazione e Integrazione commerciale in un colosso dei trasporti come Trenitalia, Alessandro La Rocca, la cui carica esatta è head of the Organizational Structure Innovation Plans and Sales Integration e Strategic Planning Head Office, si trova spesso a fare il punto su come l’IT sta cambiando sia l’azienda sia l’intero settore del transportation. Ma c’è una domanda alla quale si è stancato di rispondere, ed è questa: «È possibile fare innovazione in Trenitalia»? Anche se innegabilmente l’immagine tradizionale delle vecchie “Ferrovie dello Stato” è da tempo consegnata alla storia, visto che oggi si tratta di un gruppo all’avanguardia che esporta tecnologie anche in numerosi Paesi esteri, alcuni pregiudizi sono duri a morire. E quindi non si può non essere d’accordo con La Rocca quando dice che si tratta di «una domanda legata ad alcuni concetti errati, perché nella realtà facciamo molta innovazione quotidianamente: la struttura di cui sono responsabile è esempio di innovazione, perché siamo persone IT in un’area di strategie e di business, perché adottiamo processi innovativi e soprattutto perché ci occupiamo dell’innovazione dei canali di vendita e della relazione con i nostri clienti».

Nuovi paradigmi

Del resto, non sono pochi i fenomeni che stanno cambiando il settore transportation: «IoT e Big Data sono al centro di diversi studi o progetti anche in Trenitalia. Il principale progetto è relativo al sistema di manutenzione dinamica, il Dynamic Maintenance Management System (DMMS) realizzato in collaborazione con SAP, che consente di ottimizzare gli interventi di manutenzione sui treni, abbattendo i costi di manutenzione e riducendo i rischi di fermo del treno. Il progetto prevede l’installazione su 2.000 treni di circa sei milioni di sensori che producono cinquemila eventi al secondo per un totale di oltre 700 TB di dati all’anno» – spiega La Rocca. Aggiungendo che «anche fog o edge computing hanno impatti, spesso indiretti, per Trenitalia in quanto la componente più infrastrutturale dell’IT è delegata agli outsourcer. Sono loro che adottano questi nuovi paradigmi per una ottimale erogazione dei servizi IT, e il fog computing è tra i paradigmi presi in considerazione, per esempio per l’elaborazione di grandi quantità di dati in periferia o lungo la rete ferroviaria».

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Tempi stretti

Se gli esempi di progetti innovativi di ampia portata non mancano, come è il caso della nuova Piattaforma Integrata Commerciale (PICO), sviluppata con IBM in architettura SOA che consente di fornire, in ottica di servizio, le informazioni su offerte commerciali, orari e tratte a tutti i canali di vendita, esistenti e futuri, grazie a una costante e rapida evoluzione della piattaforma stessa, vi sono anche alcuni nodi da affrontare. Tra i principali, avverte Alessandro La Rocca, vi è quello rappresentato dal «portare in produzione le innovazioni da introdurre in tempi accettabili per un business che richiede sempre più velocità e adattabilità alle esigenze del mercato». Qui ci si scontra con un aspetto di fondo: «La natura giuridica di Trenitalia rende difficoltoso il coinvolgimento di startup innovative, e l’intero processo di innovazione tecnologica deve essere ripensato e re-ingegnerizzato per farlo funzionare su un modello che di fatto è basato sul full outsourcing dell’IT. Questo, in un mercato dove si affacciano altri competitor che non hanno gli stessi limiti del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, rischia di farci rimanere un passo indietro, sebbene all’interno ci siano grandi e importanti spinte verso una continua innovazione di prodotto e di servizio».

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Innovazione in pole position

La trasformazione continua, insomma. Ed è anche per questo che «il lavoro del CIO di Trenitalia dovrà necessariamente evolvere verso un ruolo dove la “I” sta per “Innovation” invece che per “Information”. «Ancora troppe energie e troppo tempo oggi sono necessariamente dedicati alla gestione dei contratti e dei problemi di relazione con i fornitori» – conclude Alessandro La Rocca.