Un gruppo di ricercatori australiani potrebbe mettere a punto entro 2-3 anni il vaccino contro il morbo di Alzheimer

Fino a questo momento non esiste una cura per debellare la patologia neurodegenerativa, la cui insorgenza è determinata soprattutto dalla formazione delle placche amiloidi nel cervello. Ecco perché finora si è cercato di arginare l’Alzheimer mettendo in atto scelte di vita preventive, che rallentassero l’incedere della demenza senile e preservassero l’integrità dei neuroni. 

Tuttavia l’australiana Flinders University di Adelaide sembrerebbe aver trovato una soluzione, mettendo a punto un vaccino che consente di tenere lontano il morbo di Alzheimer con certezza quasi assoluta, come se fosse una patologia virale o batterica. Secondo un recente studio la cannabis potrebbe favorire la rimozione della proteina associata all’Alzheimer, per la cui prevenzione è stata anche realizzata una capsula in grado di ripulire il cervello.  

Una rivoluzione in arrivo

Nonostante sia causata da una serie di cause organiche non legate ad agenti patogeni, la patologia procede proprio a partire dalle componenti beta-amiloidi che si raggruppano in placche; l’idea dei ricercatori è quella di adottare una misura profilattica che impedisca alle placche di formarsi e dunque di generare l’Alzheimer.

Allo stadio attuale il vaccino risulta efficace solo nella fase iniziale della patologia, fornendo al sistema immunitario del paziente le informazioni necessarie ad impedire che le proteine di tipo beta-amiloide si accumulino in prossimità del cervello, occludendo così l’afflusso sanguigno.

La strada però è spianata e gli autori dello studio parlano di una rivoluzione che, nell’arco di due o tre anni, potrebbe arrivare alla produzione di un bacino vero e proprio, per tutti i soggetti di età superiore ai 50 anni soggetti a declino cognitivo, finora non controllabile se non attraverso l’adozione di uno stile di vita adeguato.

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