Attivati i nuovi cavi sottomarini di Google

I nuovi collegamenti sotto il Pacifico permettono capacità di connessione vicine ai 60 terabit. Collegano gli Stati Uniti al Giappone

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Si parla spesso di connessioni wireless, dell’internet del futuro, priva di cavi, IoT e dispositivi intelligenti capaci di comunicare tra di loro, in movimento. Eppure ci si dimentica che se possiamo navigare in rete, aggiornare i social network e guardare un film su Netflix, è perché esistono a livello globale infrastrutture cablate in grado di trasmettere il segnale ai nostri dispositivi domestici. Non sembrerà dunque strano che Google abbia voluto sfruttare parte del nostro pianeta per migliorare la velocità della rete, posizionando sul fondo dell’Oceano Pacifico una serie di cavi in fibra ottica, in grado di abilitare velocità di circa 60 terabit per utente.

A cosa serve

Grazie all’intervento del colosso di Mountain View, le comunicazioni tra gli Stati Uniti e il Giappone, i due paesi connessi dalla nuova autostrada digitale, potranno appoggiarsi sulla banda più veloce al mondo. Il progetto, oltre ad aumentare la qualità e la celerità del flusso dati, permette a Big G di lanciare il suo nuovo servizio cloud a Tokyo, conosciuto come Google Cloud Platform, così da permettere agli utenti di caricare e fare il download di file, anche di grandi dimensioni, in un tempo decisamente minore di quello attuale. Grazie a nuovi metodi di costruzione, seppur i cavi terminino in una zona vicina a quella in cui si abbatté nel 2011 lo tsunami, nel caso di calamità del genere, non dovrebbero verificarsi interruzioni del servizio, per consentire a chi ha più bisogno di accedere a internet e non rimanere isolato dal resto del paese. A completare i cavi è stato Faster Consortium, con il supporto di Google, China Mobile International, China Telecom Global, Global Transit, KDDI e Singtel.

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