Cyanogen, dal possibile successo al disastro

La startup che sviluppava la famosa ROM alternativa per Android licenzia il 20% dei dipendenti e si avvia verso una fase di rimodulazione

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Non molto tempo fa Cyanogen era addirittura pronta a far paura ad Android. Grazie al successo derivante dalla comunità di sviluppatori indipendenti, la versione “alternativa” del sistema operativo di Google, conosciuta come CyanogenMod, era diventata davvero famosa, tanto da esser scelta come base dei primi smartphone OnePlus, “open source” per vocazione. Addirittura si parlava della nascita di un negozio di app da affiancare al Play Store, e di un accordo di partnership con Microsoft per la presenza, di default, delle app di Redmond nelle versioni personalizzate dell’OS mobile. A distanza di pochi mesi, la situazione sembra essersi del tutto capovolta, con la startup sull’orlo di un pesante collasso e con il 20% della forza lavoro già rimandata a casa.

Cosa è successo

A quanto pare, la maggior parte dei licenziamenti ha riguardato proprio il team legato alla CyanogenMod, motore del core business dell’azienda che, tra l’altro, produce anche Cyanogen OS, un sistema operativo vero e proprio che però fatica a trovare la sua strada in un settore del mercato cannibalizzato dalle strategie dei grandi marchi. La riduzione dei gruppi dedicati alla rom non dovrebbe essere il preludio di un disfacimento totale dell’iniziativa. A dirlo è Steve Kondik, fondatore di CyanogenMod e co-fondatore di Cyanogen Inc, che attraverso il suo blog ha voluto chiarire un paio di punti: “CyanogenMod funziona e con tutta probabilità funzionerà anche senza diventare grande. Per questo Cyanogen continuerà a sponsorizzare il progetto, avendo un ruolo importante nel suo sviluppo”. Nei prossimi giorni la compagnia dovrebbe rilasciare un comunicato ufficiale circa il perché dei licenziamenti, delineando meglio quale saranno le strategie di business per il futuro.

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