I droni? Cresceranno in laboratorio

E’ l’ultima idea di un professore dell’Università di Glasgow che intende creare delle serre dove far nascere APR organici

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I droni sono il presente e il futuro di tanti ambiti: dal sociale all’economico, passando per la produzione e il monitoraggio di grande aree industriali. Usati anche a scopo di intrattenimento, i passi più avanzati riguardano il contesto militare, quello in cui si attendono le maggiori novità circa gli APR (Aeromobile a pilotaggio remoto) di prossima generazione. Non a caso, presso l’Università di Glasgow si studia un metodo innovativo di creazione di droni, che potrebbe tornare utile proprio alle organizzazioni di stampo bellico.

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Una vera serra

Stiamo parlando dello sviluppo del cosiddetto “chemputer”, ovvero un computer chimico che possa guidare la nascita e la formazione di oggetti volanti senza pilota, realizzati in maniera automatica e privi dell’intervento umano. Tutto sarebbe reso possibile da BAE Systems, azienda specializzata nella produzione di armi, che metterebbe assieme l’hardware (bracci di costruzione, stampante 3D) e software per creare piccole serre dove letteralmente far crescere i droni, attraverso processi chimici e reazioni organiche particolari. I soggetti coinvolti non hanno rilasciato molti dettagli sul progetto, se non un video in cui viene spiegato come lavorerà il chemputer. Al di là dell’animazione molto coinvolgente, resta da capire quanto sia fattibile un panorama del genere e quanto potrebbe davvero influire sulla fioritura (proprio così) di massa dei droni, che si apprestano a diventare oggetti usuali, più di quanto lo siano oggi.

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