Fermi per diversi mesi a causa della saturazione hardware e della poca inventiva degli sviluppatori, ora app e giochi risalgono grazie alla realtà aumentata
Pokémon Go è molto più di un fenomeno sociale, seppur a livello globale. Stando a un recente report di Frost & Sullivan, il titolo di Niantic, da startup indipendente a “compagnia del brand Pokémon”, sembra aver dato una spinta fondamentale all’apertura del mercato mobile ai nuovi mondi della realtà aumentata, a cui non sono connesse solo dinamiche di intrattenimento ma vere e proprie strategie di marketing. L’analisi parte da un presupposto chiaro: il declino delle vendite degli smartphone (per colpa di una certa saturazione) ha impattato in un certo modo anche sull’offerta software, con app per cellulari e tablet che hanno vissuto mesi di preoccupante staticità.
La svolta
Poi è arrivato Pokémon Go e tutto è cambiato. “Il recente rilascio del gioco – spiegano i ricercatori – ha fornito una prova della bontà di titoli basati sulla realtà aumentata e la localizzazione. La partnership con brand internazionali, come McDonald’s in Giappone, apre le porte a un nuovo flusso di ricavi per le compagnie videoludiche”. E il futuro? “Si potrebbe andare molto oltre, esplorando altre aree, come l’utilizzo di giochi connessi, che ridurranno ancora di più il limite tra reale e virtuale. Per questo il mercato di riferimento è destinato a crescere esponenzialmente”. La linea da seguire è questa, anzi Nintendo l’ha già intrapresa. Presto i fan di Pokémon Go potranno infatti vestire un braccialetto, chiamato Go Plus, in grado di connettersi al gioco per ottenere bonus e contenuti extra senza accedere ogni volta all’app principale. Prossimamente vedremo sempre più piattaforme simili, capaci di mixare in maniera intelligente il mondo reale con quello digitale? Probabilmente si, anche perché i numeri che accompagnano le prime settimane di Pokémon Go vanno oltre ogni record. La sensazione è che la linea sia stata tracciata e che ora tocchi solo seguirla.
