Estinzione sempre più vicina per molte specie marine, soprattutto a causa della pesca intensiva

Dove arriva l’uomo, gli ecosistemi subiscono gravi squilibri, fino a rischiare la distruzione. L’uomo è da sempre una presenza invasiva per il Pianeta e in particolare nell’ecosistema marino sta all’estinzione di numerose specie, in particolare quelle di grandi dimensioni. A lanciare l’allarme è uno studio di ricercatori dell’università americana di Stanford, pubblicato sulla rivista Science. Nell’ultimo “Living Blue Planet” il Wwf aveva lanciato un allarme proprio sulla fauna marina, che è drasticamente diminuita negli ultimi 40 anni a causa degli eccessi di pesca e dei cambiamenti climatici. Inoltre non dimentichiamo che ogni anno oltre 8 milioni di tonnellate di plastica inquinano i mari, generando nel tempo microframmenti che vengono poi ingeriti dai pesci, arrivando infine sulle nostre tavole.

Uomo più distruttivo della Natura

Dopo un’esame su 2.497 gruppi di vertebrati marini e molluschi, mettendo a confronto il numero e la qualità delle specie estinte in questo periodo con quelle sparite durante le cinque grandi estinzioni di massa che hanno contraddistinto la storia della Terra, nei fossili non è stato riscontrato un precedente che uguagli la tendenza alla sparizione di specie di grandi dimensioni.

“L’abbiamo visto un sacco di volte – ha commentato uno degli autori, Noel Heim -. Gli umani entrano in un nuovo ecosistema e gli animali più grandi sono uccisi per primi. Gli ecosistemi marini finora erano stati risparmiati, perché fino a poco tempo fa gli umani non avevano la tecnologia per pescare nel mare profondo su scala industriale”. Johnathan Payne, a capo della ricerca, spiega che “molte specie di grandi dimensioni giocano un ruolo decisivo negli ecosistemi e la loro estinzione potrebbe portare a ricadute ecologiche che influenzerebbero la struttura e il funzionamento degli ecosistemi stessi in futuro”.

Il rischio di ricadute ecologiche disastrose

Scomparendo le barriere coralline e le grandi lumache di mare, riporta Payne come esempio, si sono moltiplicate le stelle marine che mangiano il corallo. La pesca intensiva ha causato anche il rischio di estinzione di tonni e merluzzi, che comporterebbe la scomparsa per l’umanità di una importante fonte di proteine. Ecco perché l’uomo dovrebbe scegliere quali pesci consumare in maniera più oculata, scegliendo quelli locali, della giusta taglia, pescati in modo artigianale e sostenibile. Purtroppo oggi la pesca industriale è dominante, con la conseguenza dello svuotamento dei mari. Una pesca sostenibile sceglie invece di prelevare dal mare solo il pesce che davvero occorre, evitando gli sprechi e utilizzando metodi artigianali, con un basso impatto sull’ambiente e la fauna marina.

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