HPE, l’infrastruttura componibile è servita

Debutto italiano in grande stile per Synergy, la piattaforma di Hewlett Packard Enterprise che promette di rivoluzionare il data center andando oltre l’iperconvergenza

Una presentazione ufficiale in piena regola, con un megaevento organizzato a Milano ai primi di ottobre, alla presenza dei partner sia di canale sia tecnologici. Il debutto italiano di Synergy, la nuova piattaforma iperconvergente di Hewlett Packard Enterprise che si propone di rivoluzionare il data center, ha sicuramente fatto sensazione, tra un balletto del MoMa Studio e un’ambientazione tra il futurista e lo spaziale. Quando Synergy fu annunciata, lo scorso dicembre a Londra, era stata indicata la disponibilità dopo il primo semestre di quest’anno. Ancora qualche messa a punto, anche in base alle indicazioni del centinaio di aziende che in tutto il mondo hanno potuto provarne i prototipi, e per la fine di quest’anno la piattaforma sarà disponibile commercialmente.

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Focalizzazione massima

Che Synergy rappresenti un elemento chiave della nuova HPE è stato più volte ribadito nel corso dell’evento, a cominciare da Stefano Venturi, Corporate Vice President e Amministratore Delegato di Hewlett Packard Enterprise Italia, che ha un po’ ripercorso le tappe del primo anno di vita della nuova entità HPE: “A novembre scorso c’è stata la scissione tra noi e HP Inc, che ha mantenuto il logo storico e che si occupa delle tecnologie attorno alla scrivania, mentre a maggio vi è stato lo spin off della divisione servizi insieme a CSC, ed è di qualche settimana fa l’annuncio di un ulteriore spin off, quello del software”. Lo scopo di tutto questo è presto spiegato: “intendiamo focalizzarci al massimo sulla nuova rivoluzione tecnologica. Ogni volta in cui si ha un’accelerazione dell’innovazione, che procede a salti, vince e prospera solo chi è specializzato, e non chi cerca di fare tutto”, ha proseguito Venturi, sottolineando che “oggi noi di HPE ci prepariamo a essere un’entità sempre più leggera e veloce. Ma soprattutto siamo pronti a intraprendere questo viaggio di rivoluzione nel digitale insieme all’ecosistema dei nostri partner di canale e delle software house, a tutto favore dei nostri clienti, ai quali portiamo un IT ibrido e sempre più in grado di orchestrare le risorse interne e quelle esterne”. Non a caso, all’evento di Milano erano schierati tutti i partner più importanti, come Microsoft, VMware, Docker e Intel, per citarne solo alcuni, che sono anche intervenuti nel corso della sessione di lavori.

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Oltre l’iperconvergenza

Ci ha invece pensato Fabio Tognon, Country Manager Divisione Server di Hewlett Packard Enterprise Italia, a entrare nel dettaglio della nuova piattaforma, sottolineandone il carattere di “infrastruttura componibile che va oltre il concetto di iperconvergenza, in quanto Synergy è la prima offerta sul mercato a unire tre elementi chiave: un pool di risorse di computing, storage e networking che si possono aggregare e disaggregare senza problemi nella massima fluidità, una software defined intelligence grazie a HPE OneView nuova versione, con funzioni più ampie rispetto al passato su ProLiant, e le API unificate, che rendono Synergy un’infrastruttura 100% programmabile, che può essere controllata come un codice”.

“Infrastructure as a code”

È la realizzazione del concetto di “infrastructure as a code”, ma con in più la semplicità d’uso, come ha spiegato Peter Ulrik Groth, Director Portfolio & Experience HPE Synergy & HPE BladeSystem, arrivato da Houston dove è responsabile del team di sviluppo della nuova piattaforma, che ha detto come si sia voluto “realizzare un sistema intuitivo che non richiede di usare libretti di istruzioni, grazie a un’interfaccia immediata che consente di gestire tutto con la massima flessibilità”, cosa che si traduce in risultati concreti. Infatti, in base ai test compiuti, Groth ha potuto spiegare che “l’investimento in Synergy si ripaga in 100 giorni, con un ROI complessivo del 466% su tre anni, anche perché il tempo medio di implementazione dell’infrastruttura è di 20 minuti, contro le ore dei sistemi tradizionali, mentre per avere un host pronto a gestire carichi di lavoro bastano 3 minuti, rispetto ai giorni normalmente richiesti da altre soluzioni”.

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