Intel presenta i nuovi processori Apollo Lake

Svelata la serie Atom E3900 pensata per i sistemi di prossima generazione tra cui i dispositivi IoT e le auto senza pilota

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Per capire in che modo la tecnologia ha pervaso ogni campo della nostra esistenza basta pensare all’ammontare di dati che vengono inviati ogni giorno. Oggi ci sono oltre 50 miliardi di dispositivi connessi a internet, per un totale di 44 zetabyte che vagano per la rete. L’iperconnettività pervade ogni aspetto della nostra vita: dal lavoro all’intrattenimento digitale, passando per la cura della persona all’organizzazione del tempo libero.

È il risultato della nascita di ecosistemi peculiari, organizzati in maniera orizzontale e verticale: server, network di rete, piattaforme cloud. In questo panorama Intel ha sempre giocato un ruolo di primo piano, studiando, analizzando e favorendo l’innovazione. Il nuovo punto di arrivo è Apollo Lake, processore di nuova generazione svelato in anteprima mondiale.

Sfide future

“Il cambiamento più evidente, rispetto al passato, è che tutti i principali device che usiamo oggi possono compiere le stesse azioni degli altri, con differenze minime tra di loro, legate più che altro alle dimensioni – ci spiega Jonathan Luse, General Manager, IoT Planning and Product Line Management di Intel Corp – penso agli smartphone assimilabili ai computer portatili, alle Smart TV, alle automobili. Il punto centrale, dove vi è stata la vera rivoluzione, sono le reti e l’accesso al cloud. Dal nostro punto di vista, Intel ha compiuto un ciclo di crescita virtuoso: connettendo oggetti e dispositivi con i data center, abbiamo dato vita a esperienze innovative, che guardano perennemente al futuro”.

Ovviamente, per portare sempre più avanti l’innovazione, Intel deve affrontare delle sfide importanti, che riguardano direttamente il consumatore finale. Un esempio è la necessità di rendere i sistemi maggiormente interoperabili, scalabili, con un occhio alla latenza e al valore della sicurezza. La prova maggiore è declinare tutto ciò in contesti di utilizzo differenti, che per Intel si concentrano su: automotive, industria, video. Il primo riguarda la possibilità di far dialogare sempre più sensori, piattaforme di diagnostica e interfacce utente; il secondo guarda agli sviluppi delle rilevazioni real-time, alla gestione remota delle macchine e all’aumento della sicurezza. L’ultimo, quello del monitoraggio video, si riferisce non solo alla cattura di frame e filmati in alta qualità ma anche alla loro veicolazione su larga scala e una più intensa capacità di encoding.

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Il lago di comando

Il punto di contatto per ecosistemi talmente eterogenei e variegati è appunto il nuovo processore Atom E4900, nome in codice Apollo Lake. Si tratta di un chip che abilita davvero a un vasto utilizzo, visto che è nativamente pensato per il mondo consumer, retail, manifatturiero, security, automotive e molto altro. Il vantaggio? Godere di un form factor estremamente ridotto, da integrare praticamente ovunque.

“La nostra missione è semplificare la connessione tra oggetti diversi, sfruttando applicazioni che possano tenerli sincronizzati nel tempo. Durante il processo di costruzione abbiamo pensato alla potenza ma anche all’autonomia e al design. Non possiamo che essere soddisfatti di un prodotto che porta in avanti le performance di computing (1,7 volte maggiore della famiglia E38XX) e grafiche (2,9 volte in più della gamma E38XX). Uno dei benefici risiede proprio nelle prestazioni grafiche: con le recenti migliorie, si può godere di un’esperienza avanzata senza una scheda aggiuntiva, visto che Apollo Lake risponde a requisiti di fascia alta (con le ultime API DX 12 e OpenGL 4.2) e supporta il 4K, fruibile anche su tre display indipendenti.

Tecnologia coordinate

È difficile, ora, parlare di come E3900 cambierà il mondo di approcciare alcuni ambiti produttivi. Intel ha puntato molto sul cambio di passo reso necessario dall’Industry 4.0, dove è evidente il bisogno di adottare soluzioni hardware in grado di gestire eventi e decisioni real-time. Non si tratta solo di incrementare l’adozione di robot che sappiano realizzare artefatti e imballaggi in maniera più veloce ma di permettere che questi prevedano, analizzino e rispondano a quesiti determinanti, in poco tempo. “È anche questo che ci ha spinto alla realizzazione dell’Atom che arriverà in Italia nel primo trimestre del 2017: come rendere i dispositivi connessi più intelligenti ma anche precisi, adattivi e sensibili. Viviamo in una società che è sempre stata abituata a usare la tecnologia in maniera passiva, con un accesso manuale a vari strumenti (anche gli assistenti sullo smartphone non si “svegliano” da soli). L’IoT è il concetto che veicola un nuovo modo di pensare le cose, spingendo l’hi-tech verso un futuro senziente e attivo. Il centro non può che essere il nostro Apollo Lake”.

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