La nuova era degli ologrammi

Un team sudcoreano ha sviluppato una tecnica che permette di vedere un ologramma da diverse angolazioni, come se fosse davvero dinanzi a noi

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Non sono lontani i tempi in cui conference call e videochiamate classiche si faranno tra due ologrammi. Da una parte noi, dall’altra l’interlocutore seduto sul divano affianco al nostro, magari in piedi nel mezzo del soggiorno. In realtà tutto ciò è già possibile, tramite quella è che conosciuta come “telepresenza”. Gli ologrammi in sé non sono nulla di così estremamente difficile da sviluppare e utilizzare; il vero problema, nella diffusione di immagini statiche in tempo reale è la trasmissione, che esige un bel po’ di banda a disposizione. Ma, mettendo da parte questa evidente necessità, il secondo appunto che si potrebbe fare alla tecnologia in questione è che, alla fine, tutto è riconducibile a un’immagine proiettata nel vuoto che perde spessore quando fruita da angoli diversi.

Cosa cambia

Se sul primo punto stanno lavorando le telco, come BT e Huawei che hanno spinto, su rete in fibra, le connessioni a 40Gbps, sul secondo è intervenuto l’Electronics and Telecommunications Research Institute in Sud Corea, che ha ideato un tavolo di lavoro dove viene proiettata un’immagine speculare non distorta quando le si gira intorno. Il trucco, se così si può definire, è nell’inglobare il soggetto all’interno di una speciale lente sferica, che compensa il normale cambio di prospettiva a cui è abituato l’occhio umano. Come risultato, le persone possono guardare un ologramma da 3,2 pollici da qualsiasi posizione, percependolo in ogni sua sfaccettatura angolare. Per adesso i test sono stati svolti con la diffusione di una luce verde monocromatica ma c’è ottimismo circa un’esperienza a pieni colori in futuro.

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