Aumentano i casi di sindrome sgombroide, una sorta di intossicazione da sushi

Negli ultimi giorni si moltiplicano le segnalazioni a Milano di persone colpite dal cosiddetto “mal di sushi”, che si manifesta di solito con rossore della pelle del viso e del collo, nausea e mal di testa.

Incriminata è la sempre più diffusa e trendy cucina giapponese, che nel capoluogo lombardo così come in molte altre città italiane viene servita soprattutto nei famosi «all you can eat», ristoranti dove poter fare il pieno di sushi e sashimi ad un prezzo fisso e piuttosto contenuto.

Quantità vs qualità

Una volta questo tipo di cucina era poco conosciuta e i ristoranti giapponesi erano accessibili alle tasche di pochi, a garanzia però di una qualità ottima del pesce e delle pietanze proposte. Il boom della ristorazione “all you can eat” pone necessariamente qualche interrogativo sulla qualità del cibo e sulle condizioni igieniche di preparazione delle pietanze.

Ecco perché la notizia dei casi di sindrome sgombroide a Milano, dovuta principalmente ad una cattiva conservazione del pesce, non stupisce particolarmente. Da un monitoraggio regionale, effettuato anche nella provincia di Palermo, lo scorso marzo era emerso un aumento dei casi di intossicazione da consumo di sushi.

Nei casi più gravi questa condizione può addirittura produrre un rigonfiamento della glottide, rischiando di causare il soffocamento. I batteri incriminati sono i cosidetti istaminogeni, quei germi presenti in pesci come sgombri, tonni, aringhe o sardine in grado di trasformare l’amminoacido istidina in istamina. L’istamina è un amminoacido presente in grandi quantità nel nostro organismo, coinvolta in vari processi chimici, come le risposte allergiche e quelle immunitarie.

Troppa istamina avvelena

Assumerne troppa tuttavia può fa comparire i sintomi d’avvelenamento causati dalla sindrome sgombroide. Già a 20-30 minuti dall’ingestione si inizia a percepire la condizione di malessere, che si esaurisce fortunatamente nel giro di 24 ore.

Per evitare di correre rischi la conservazione del pesce è fondamentale: mantenere un ambiente igienico durante le operazioni di lavorazione, e procedere il prima possibile con la refrigerazione. Tuttavia dietro un semplice sushi c’è una lunga catena di conservazione dove basta un anello debole, che magari risale al momento della pesca, per deteriorare il pesce che poi finisce nei nostri piatti.

Leggi anche:  Depurare il fegato dopo un'abbuffata: guida all'alimentazione