Hackerare una Tesla è possibile: ecco come

Il problema risiede nell’app Android che serve per gestirla. La scoperta della compagnia di sicurezza Promon

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Da più parti arriva il monito di non fidarsi troppo delle auto connesse. I rischi di un’intrusione hacker sono più che evidenti e per nulla azzardati. Non parliamo della possibilità di prendere il comando del volante, pedali e freno (non solo almeno) ma del non meno grave tracciamento remoto dello stato del veicolo e della sua localizzazione. Nemmeno una compagnia così lungimirante come Tesla è esente da problemi del genere, almeno secondo quanto scoperto dalla compagnia di sicurezza Promon. La falla, che consente a un terzo di intromettersi nel sistema, non risiederebbe a bordo del veicolo ma nell’app Android usata per gestirla.

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Di cosa si tratta

“I nostri ricercatori – spiegano da Promon – hanno dimostrato l’esistenza di un buco di sicurezza nell’app Tesla per smartphone. Cyber criminali possono prendere in un certo senso il controllo del mezzo, al punto di poter individuare su una mappa il luogo in cui si trova e la strada che sta percorrendo, ma anche bloccare e sbloccare le portiere e guidarla per diversi metri senza che nessuno se ne accorga. Questo dona a terzi la possibilità sfruttare la connessione tra il dispositivo mobile e l’autovettura quando non correttamente protetta”. Per rendere le affermazioni ancora più interessanti, gli esperti hanno prodotto un video che fa capire realmente a cosa si può andare incontro con un device Android non di ultima generazione, ovvero senza le più recenti patch di sicurezza.

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