Allarme obesità, una vera e propria malattia che causa più di 1.000 morti ogni settimana 

Il primo punto del position paper, un documento multidisciplinare scritto da un gruppo di esperti e consegnato al Ministero della Salute, è molto chiaro sull’argomento obesità: va trattata come una malattia vera e propria. Come tutte le malattie gravi, causa migliaia di morti ogni anno, addirittura 1 persona ogni 10 minuti. Si tratta di decessi che sopraggiungono dopo anni di malattie causate dalla condizione patologica di eccessivo sovrappeso, che spesso porta a ictus, malattie cardiovascolari e anche cancro.

Non si può più quindi pensare all’obesità, che sembra si possa anche trasmettere tramite uno scambio di flora batterica intestinale, come soltanto ad un problema estetico. L’obesità, che rischia di diffondersi entro il 2030 come una vera e propria epidemia, comporta conseguenze negative per tutto l’organismo, comportando anche deficit a livello cognitivo, in quanto il cervello risulterebbe compromesso dal sovraccarico di acidi grassi saturi.

Come capire se si è obesi?

Il position paper è stato coordinato dal team del professor Michele Carruba, direttore del Centro di Studio e Ricerca sull’Obesità dell’Università Statale di Milano, in collaborazione con la Società Italiana Obesità (SIO), la Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità (SICOB), l’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) e l’Associazione Amici Obesi Onlus.

Ma come si fa a capire se si è obesi? A rispondere è il professor Michele Carruba: “Sicuramente la circonferenza della vita è il parametro che meglio descrive il rischio di mortalità delle persone. È una misurazione che tutti i medici dovrebbero fare. Si può fare anche a casa da soli: basta un metro da sarta. La circonferenza dev’essere inferiore agli 88 cm per le donne e a 102 cm per gli uomini. Chi è sopra deve preoccuparsi molto.”

Prevenire educando i ragazzi

Come spiega Carruba, anche l’educazione alimentare nelle scuole è fondamentale per prevenire il fenomeno dell’obesità infantile.

“È importante capire che lo stile di vita è determinante. Se vogliamo prevenire dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi a mangiare bene. Cosa che nessuno fa, neanche i genitori. Uno studio americano ha dimostrato che spendere un dollaro in prevenzione significa risparmiarne tre in cura delle malattie. Anche il movimento è importantissimo, perché nessuno fa più lavori pesanti, mentre i ragazzi non hanno più la possibilità di giocare in grandi spazi aperti come un tempo. Bisogna muoversi tutti i giorni. Se lo insegniamo ai bambini lo faranno per sempre. L’attività fisica dev’essere considerata come una medicina. Passare da un’attività sedentaria, cioè da 5.000 passi al giorno che sono quelli che facciamo per vivere, a un po’ di movimento in più, raggiungendo 10.000 passi al giorno, vuol dire ridurre la mortalità di quasi tre volte. Ma tutti vogliono la pillola magica.”

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