La lotta contro il virus Zika prosegue negli Stati Uniti con la sperimentazione del vaccino sull’uomo

Dopo il recente esperimento condotto sui topi che ha acceso nuove speranze nella lotta contro il virus Zika, di cui è stato tracciato il genoma, portando alla scoperta di un anticorpo in grado di bloccare l’infezione, gli Stati Uniti non hanno perso tempo e dato il via alla sperimentazione sull’uomo. Ad annunciarlo è il National Institute of Health, che ha spiegato come il coordinamento del progetto verrà effettuato assieme al Dipartimento della Difesa. Lo scopo è di testare e chiarire la effettiva sicurezza del trattamento. Il test prevede l’uso di un virus disattivato, incapace di potersi replicare e di conseguenza di poter infettare l’essere umano. Una sperimentazione che sarà effettuata su 75 persone di età compresa fra i 18 e i 49 anni, strutturate in tre gruppi: il primo riceverà, con un intervallo di 28 giorni, due dosi di vaccino e un placebo. Al secondo e al terzo verrò somministrato il vaccino Zika e quello contro encefalite giapponese e febbre gialla. Recentemente uno studio ha scoperto che Zika può nascondersi nelle lacrime e manifestarsi con congiuntiviti e uveiti negli adulti.

La speranza da un anticorpo

I test sull’uomo accendono concrete speranze di arrivare finalmente a sconfiggere il virus. Del resto, la sperimentazione sui topi effettuata dai ricercatori del Vanderbilt University Medical Center e della Washington University School of Medicine di St. Louis, ha aperto la strada a reali possibilità di sviluppo di un vaccino che funziobi. L’anticorpo, chiamato ZIKV-117, ha protetto il feto nei topi in gravidanza infettati con il virus, spiegano i ricercatori. Come spiega il ricercatore James Crowe: “Questi naturali anticorpi rappresentano il primo intervento medico che previene l’infezione da Zika e danni al feto. Siamo entusiasti perché i dati suggeriscono che possiamo sviluppare trattamenti di anticorpi per l’uso su donne in gravidanza”.

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