Mai andare a letto rimandando al giorno dopo la soluzione di un problema

La rabbia non solo in alcuni casi raddoppia il rischio di infarto e ictus, ma gioca anche brutti scherzi se ci addormentiamo dominati da sentimenti negativi. Lo stress di questa condizione emotiva rafforza il consolidamento dei ricordi negativi. A sostenerlo è uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications dai ricercatori delle Università cinesi di Pechino e Shenzhen e dell’Università di Stanford (Usa), che considera il sonno un ostacolo per la rimozione del ricordo di eventi dolorosi.

La sperimentazione ha coinvolto 73 studenti universitari di sesso maschile, suddivisi in due gruppi. Tutti hanno guardato una serie di immagini che ritraevano volti neutri associati a soggetti inquietanti, come persone ferite e bambini che piangono. A tutti i partecipanti sono state mostrate una seconda volta le foto neutre ed è stato chiesto di ricordare o di tentare di sopprimere l’immagine negativa evocata attraverso una tecnica psicologica chiamata “penso/non penso”. I membri del primo gruppo hanno dovuto rivedere le foto a distanza di 30 minuti dall’esperimento, mentre gli altri il giorno dopo.

Difficile dimenticare i brutti ricordi

Ne è risultato che chi aveva rivisto l’immagine mezzora dopo è stato in grado di rimuovere il ricordo con una probabilità maggiore del 9% rispetto a quelli che avevano dormito tra una visione e l’altra. Un test che dimostra secondo gli esperti come il sonno aveva rafforzato il ricordo delle foto negative, rendendo più difficile la sua eliminazione.

Un’ipotesi che è stata accreditata dalle scansioni cerebrali dei partecipanti: l’attività neurale dei volontari che hanno tentato di ricordare o inibire il ricordo dopo 30 minuti era centrata nell’ippocampo, mentre quella dei soggetti che avevano dormito era distribuita su tutta la corteccia cerebrale. Alla luce di questi risultati gli studiosi suggeriscono di non andare a letto di arrabbiati, ma di cercare di trovare subito una soluzione a ciò che potrebbe turbarci durante il sonno. Sembra inoltre che questa scoperta possa migliorare il trattamento dei disturbi post-traumatici da stress.

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