Austin e Indianapolis: le prime due città al mondo con il 5G

L’operatore statunitense AT&T ha rivelato i nomi delle metropoli che entro la fine dell’anno godranno di connessioni fino a 1 Gbps

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Il 2017 è l’anno del 5G. C’è da dire però che non saranno i prossimi mesi quelli in cui potremo godere delle rinnovate velocità di connessione, almeno non a livello pubblico. L’innovazione delle prossime reti si vivrà chiaramente solo il prossimo anno, dopo un periodo di test e sperimentazioni limitate. Le prime avverranno negli Stati Uniti, dove l’operatore nazionale AT&T ha comunicato i nomi delle prime due città che faranno da apripista per la novità: Austin e Indianapolis. La telco ha avviato il progetto “5G Evolution”, che consentirà di raggiungere, gradualmente, 1 Gbps in connessione, dove un avvio a 400 Mbps, circa 40 volte di più degli attuali standard cellulari.

Cosa accadrà

Il progetto destinato alle due metropoli è solo l’inizio di un rollout più ampia che prevede di coprire altre città nel corso del 2018. Ci sarà da capire in che modo i residenti potranno beneficiare del 5G. Sappiamo infatti che, una volta aggiornate le infrastrutture, sarà possibile connettersi in modalità “classica” ai ripetitori dei singoli operatori ma anche tramite mezzi alternativi, ad esempio sfruttando le linee elettriche esistenti (tramite cui far passare il segnale. Dietro un’idea del genere c’è ancora AT&T con il suo AirGig, che avrebbe il potenziale di ampliare il raggio d’azione del 5G fino a zone non servite dall’attuale LTE. Il funzionamento è semplice: invece di scavare per realizzare nuovi impianti, i nuovi cavi sfruttano i percorsi già usati dai fili elettrici distribuiti sul territorio. In corrispondenza delle antenne di quest’ultimi, AT&T posizionerà i suoi ripetitori 5G che a quel punto “spareranno” il segnale in modalità wireless, senza bisogno di dotarsi di modem ad-hoc (almeno all’inizio, per sperimentare la rete dati). Certo, smartphone e tablet dovranno essere sostituti con quelli abili a ricevere le rinnovate frequenze, ma ne varrà la pena, più del passaggio dal 3G al 4G.

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