Scienziato statunitense transgenico si fa iniettare nei muscoli geni alieni per vivere più a lungo

Nonostante numerosi studi abbiano dimostrato che le aspettative di vita non siano solo questione di genetica ma anche di stile di vita, sembra che gli esseri umani abbiano una data di scadenza oltre la quale non è possibile spingersi: 125 anni di vita. Eppure la scienza continua a cercare metodi per superare questi limiti. E’ il caso del folle esperimento del microbiologo statunitense Brian Hanley, che ha suscitato incredulità e scalpore nella comunità scientifica: alla ricerca dell’elisir di lunga vita, l’uomo si è fatto iniettare nei muscoli dei geni estranei per incrementare la secrezione dell’ormone della crescita. Nel corso di un collegamento da Davis, in California, Hanley ha dichiarato che tutti, un giorno, potranno essere uomini transgenici. In passato lo scienziato ha condotto ricerche sui rimedi per affrontare eventuali guerre nucleari e armi batteriologiche.

L’idea da uno studio sull’Hiv

Hanley ha deciso di testare la propria idea direttamente su se stesso, invece che ricorrere alla sperimentazione animale.

Un’idea che potrebbe contrastare l’invecchiamento, che gli è venuta mentre studiava come combattere il virus dell’Hiv. Da alcuni studi è emerso che l’ormone Ghrh, che stimola l’ormone della crescita, tende ad aggregarsi alle cellule, sfruttando i medesimi recettori che usa l’Hiv per lesionarle. Hanley ha ipotizzato che se questo virus non trova molti recettori disponibili, avrà diverse difficoltà nel riuscire a danneggiare le cellule. Una ricerca che però è stata interrotta a causa della mancanza di finanziamenti da parte delle grandi aziende farmaceutiche. Partendo sempre dalle caratteristiche dell’ormone Ghrh, l’esperto ha quindi iniziato una nuova sperimentazione, con l’obiettivo di riportare l’ormone della crescita al livello dei trentenni.

Valori da supereroe

Un Comitato bioetico indipendente ha dato il via alla sperimentazione, ma solo su un volontario. Intervistato da Repubblica, così ha descritto i primi effetti della terapia: “Il primo mese mi sentivo euforico, ma potrebbe essere un effetto placebo. Però sono cambiati valori che l’effetto placebo non può influenzare: ho più globuli bianchi, 20% in meno di colesterolo cattivo e 20% in più di quello buono, e ho 10 battiti in meno al minuto. Mi sembra di guarire prima dalle ferite. Ma comunque, so che se lo sta chiedendo, no, non mi è ancora venuta voglia di mettermi una calzamaglia e andare a combattere il crimine”.

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