Un esercito di robot è entrato in azione in America nel 2016

Lo scorso anno le compagnie statunitensi, canadesi e messicane si sono dotate di circa 35.000 macchine per il loro business a livello globale, per lo più nel settore del montaggio

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Prima il supporto, poi il furto. La strategia dei robot è chiara: far capire alle compagnie che il loro aiuto è fondamentale e poi soppiantare l’uomo nelle sue professioni, a partire da quelle manuali. Scherzi a parte, è impressionante il numero di automi che nel 2016 è stato introdotto all’interno delle aziende americane. Quasi 35.000 robot hanno debuttato in catene di montaggio di vari settori produttivi, un incremento del 10% rispetto al 2015, quando le macchine acquistate furono 31.500. Un dato che ha spinto in avanti anche gli investimenti in materia, giunti a 1,9 miliardi di dollari contro gli 1,8 milioni dell’anno precedente. A diffondere le statistiche è stata l’organizzazione Robotic Industries Association, attiva nel mondo dell’innovazione e sicurezza in campo robotico.

Automotive in testa

Il gancio trainante di un simile boom è l’industria automotive, che con 20.000 robot si piazza in cima alla lista dei mercati più svelti nell’assunzione di sistemi automatizzati. Seguono a ruota il comparto alimentare, quello dei beni di consumo, l’elettronica, la plastica e lo scientifico. Nel dettaglio, le aziende statunitensi hanno introdotto 27.000 robot, quelle in Canada 2.700 e nel Messico 4.700. I “modelli” più popolari per le diverse società sono stati quelli in grado di raccogliere e gestire oggetti lungo le linee di montaggio, accolti in numero maggiore dei robot “imballatori” e degli specializzati nel taglio e forgiatura di materiali. Ma qual è stato il motivo principale di una crescita del genere? Secondo Robotic Industries Association, sicuramente il calo dei prezzi necessari ad assicurarsi le macchine ma anche il bisogno di rendere il proprio ciclo produttivo più snello e veloce nei confronti della concorrenza. Nessuna possibilità però di competere con i rivali cinesi che, solo nel 2015, hanno adottato 69.000 robot, quasi il doppio di Sud Corea (38.000) e Giappone (35.000).

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