Digital Asset Management, Game of Thron

La piattaforma di gestione e delivery dei contenuti multimediali messa a punto da un piccolo gruppo di sviluppatori di Padova finisce al top della classifica globale stilata da Forrester

Fondamento di una content strategy efficace attraverso tutti i canali di relazione, Thron rende possibile una user experience ottimale per i brand protagonisti della trasformazione digitale. C’è un elemento comune alla base delle strategie per il business digitale, un elemento che traspare anche dalle considerazioni che si possono leggere su questo stesso numero di Data Manager, nel dossier dedicato alla digital transformation. Il filo conduttore delle relazioni multicanale tra cliente e azienda è il racconto, la narrazione. Certo, fare affari significa ancora vendere un prodotto o erogare un servizio. Ma le tecnologie offrono l’opportunità di stabilire con il cliente un rapporto di reciproca confidenza che va ben al di là del momento dell’interazione commerciale e si basa in qualche misura sul trasferimento di un contenuto. Una storia fatta di tanti pezzi, il brand, i suoi prodotti, il suo passato, la sua visione per il futuro, il modo di porsi nei confronti delle tematiche sociali. Fare marketing, promuoversi, catturare l’attenzione del cliente è un mestiere che somiglia sempre più a quello di un editore presente su diversi mezzi. Richiede una precisa strategia di contenuto e un armamentario di strumenti per una gestione accurata di tutto ciò che può supportare l’azienda che vuole raccontarsi (testi, immagini, elementi sonori, video, la materia prima che nell’era della multicanalità viene definita rich media), e che impone di misurare con precisione, con le tecniche della business intelligence, la user experience e il ROI della narrazione.

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LA POTENZA DI THRON

A Padova c’è una piccola realtà visionaria – Thron – che è stata capace di anticipare e assecondare le necessità di storytelling dei suoi clienti e che con la sua piattaforma si è ritrovata quasi casualmente, unica italiana, tra i venti fornitori globali selezionati da Forrester Research nel “vendor landscape” 2016 per i sistemi di Digital Asset Management. Per Nicola Meneghello, CEO e fondatore di Thron, non poteva esserci migliore conferma di una intuizione che risale alla fine dello scorso decennio, quando con i suoi collaboratori Meneghello, che in origine si era lanciato nel mercato dei sistemi per videoconferenza, aveva iniziato a presidiare aree come la video delivery su web. La sua primissima vocazione, racconta il responsabile della società padovana – una trentina di sviluppatori e un mercato che si sta gradualmente aprendo ai paesi anglosassoni e nordeuropei – riguardava un’area intermedia tra architettura e ingegneria. «Mi piaceva l’idea di applicare tecnica e arte e a Padova era partito il corso di laurea in ingegneria edile, una sorta di compromesso tra le due materie». Ma per i suoi interessi musicali, Meneghello si era molto appassionato di informatica, e con un gruppo di amici decide di dar vita a una piccola web agency. Per Meneghello fu una palestra formidabile. Come primo sviluppatore della sua agenzia, completamente autodidatta, si gettò nel dietro le quinte della piattaforma Flash (allora ancora di Macromedia), che per lui non aveva più segreti. «Al punto che nel 2003 riuscimmo a conquistare un Italian Web Award, battendo siti assai più famosi, con una applicazione che utilizzava funzioni non documentate della tecnologia Flash». I rappresentanti di Macromedia in giuria nominano Meneghello beta-tester italiano e mettono a disposizione della sua bottega di artigiano digitale nuove soluzioni server-side che inducono l’estroso sviluppatore veneto – che nel frattempo aveva conosciuto il suo attuale socio e CTO di Thron, Dario De Agostini, provetto scienziato informatico, a volgere altrove i propri interessi. Nasce così “Comunicare”, una applicazione di videoconferencing “clientless”, che non richiedeva l’installazione di software aggiuntivo. «Nel giro di tre anni, Comunicare – ricorda Meneghello – è al decimo posto della classifica delle soluzioni di terze parti venduta attraverso il catalogo di Telecom Italia». Le nuove competenze acquisite nell’ambito dello streaming video piacciono molto agli utenti di Comunicare, che commissionano alla società di Meneghello e De Agostini, WeeBo, una serie di applicazioni verticali specifiche per la distribuzione di rich media. È una fase di grande maturazione per l’antesignana di Thron. Partito nel 2001 con l’assunzione di un programmatore e di un creativo, Meneghello nel 2008 è responsabile di una realtà di venti persone, a proprio agio sulla content delivery network di Adobe e premiata dalla fiducia di un parco clienti che comprendeva numerose grandi aziende del settore farmaceutico, finanziario e manifatturiero.

IL VERO VALORE DEI DATI

L’opportunità di sviluppare, sulla base di tanti applicativi verticali, una piattaforma estesa e integrata, prende corpo quando WeeBo incontra Alberto Mosca, operatore della grande distribuzione organizzata, un manager pieno di buone idee comunicative che aveva seguito importanti progetti per Unieuro. «Alberto mi aiutò a identificare un problema di fondo» – racconta Meneghello. Grazie al nostro lavoro i clienti avevano trovato una soluzione molto specifica ai propri problemi di trattamento dei contenuti, ma continuavano a ragionare per silos, non arrivavano a ottenere una visione olistica dei loro asset. Sviluppando una piattaforma integrata avremmo spostato l’attenzione sul dato e sull’informazione». Il vero valore di un sistema di gestione dei contenuti digitali, sintetizza Meneghello, sono i dati che esso può fornire sugli interessi che inducono i fruitori dei contenuti a comportarsi in un certo modo. La potenza di Thron, il motivo per cui Forrester ha intuito il grande potenziale di crescita di un prodotto anticipatore, sta tutta in questa capacità di ripercorrere il tracciato dei contenuti gestiti, trasformandolo in conoscenza del cliente. In molte situazioni, osserva Meneghello, le aziende non sanno neppure di avere a disposizione questo tesoro a causa della mancanza di un approccio integrato al contenuto. Spesso sono costretti ad acquistare da terze parti i dati relativi al comportamento e ai potenziali interessi di clienti con i quali, paradossalmente, hanno già stabilito una relazione continuativa. «Thron è una piattaforma che sfrutta contenuti già esistenti e ti restituisce un valore sotto forma di dati analitici riferiti al comportamento e ai gusti delle persone». Uno strumento di gestione e delivery di contenuti digitali, intelligente, capace di adattarsi alla multicanalità, facile da impostare e utilizzare grazie al suo modello di erogazione esclusivamente in modalità as a Service. Un tool di gestione che può abilitare e definire un’intera content strategy. Lo sviluppo della piattaforma ha richiesto cinque anni di lavoro, che Thron ha finanziato con un esclusivo modello di business. Invece di perseguire i classici obiettivi di raccolta fondi tipici di una startup, l’azienda di Meneghello, un player ormai consolidato, ha fatto leva sulle sue buone relazioni con i clienti, che attraverso i contratti di manutenzione delle applicazioni verticali sfornate dalla software house, assicurano il sostegno necessario alla nascita di un sistema molto più completo e ad alto potenziale. A decollo avvenuto, con il vento in coda generato dai lusinghieri giudizi degli analisti di Forrester, Thron si è recentemente assicurata un secondo round di finanziamenti per rafforzare l’ambiziosa strategia di Meneghello: crescita sui mercati internazionali, rafforzamento della community di utenti, affermazione di Thron come evangelizzatore di una nuova cultura del content strategy e della relazione con il cliente digitale.

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