Donne imprenditrici: piene di grinta e determinate, ma é necessario fornire loro supporto

DATA4 è Partner del Women’s Forum G20 Italy

Il “Mastercard Index of Women Entrepreneurs” analizza i paesi in cui le imprese al femminile hanno più successo. In Italia le donne che occupano ruoli di leadership nelle aziende sono il 27%

Secondo il Mastercard Index of Women Entrepreneurs, esiste una relazione diretta tra l’imprenditorialità al femminile, che spesso nasce dalla necessità e dalla determinazione, e  un migliore accesso ai servizi finanziari insieme alle agevolazioni nella creazione di imprese guidate dalle donne.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Queste due condizioni favorevoli sono  fondamentali per superare i due maggiori ostacoli che scoraggiano le donne che vogliono iniziare una propria attività imprenditoriale: pregiudizi culturali e meno opportunità di crescita professionale.

Secondo lo studio, la classifica dei paesi in cui le donne imprenditrici ricevono il supporto maggiore, grazie alla presenza di community di business per piccole e medie imprese, alle agevolazioni governative alle imprese e nella gestione imprenditoriale, vede al primo posto la Nuova Zelanda (74,4), seguita da Canada (72,4) e Stati Uniti (circa 70). Nella top ten rientrano anche: Svezia (69,6), Singapore (69,5), Belgio (69), Australia (68,5%), Filippine (68,4), Regno Unito (67,9) e Tailandia (67,5).

Le economie in via di sviluppo, come ad esempio Uganda (34,8%), Bangladesh (31,6%) e Vietnam (31,4%), presentano le percentuali più alte di donne imprenditrici, le quali avviano un’attività mosse più dalla necessità che dalle opportunità economiche.

In Italia, come evidenzia la ricerca Mastercard Index of Women Entrepreneurs, il 94,5% delle donne che decide di avviare un’attività imprenditoriale, lo fa spinta dal desiderio di iniziare un’attività e ottenere successo.
Secondo lo studio Mastercard, nel nostro Paese, il 27% delle donne occupa ruoli di leadership in azienda.

Leggi anche:  Nasce KepleriA: company di Altea Federation dedicata al mondo Analytics

“La presenza di una maggioranza di donne ambiziose e piene di risorse, dovrebbe essere considerata un’opportunità di business prioritaria. Esistono molti pregiudizi culturali, e noi, come azienda, cerchiamo di dare il nostro contributo per creare quelle condizioni necessarie a rafforzare e supportare le basi per una crescita personale ed economica”, ha affermato Martina Hund-Mejean, Chief Financial Officer di Mastercard.

“Con una visione critica, il nostro studio mostra come le donne siano in grado di riconoscere interamente il proprio potenziale, raggiungere i loro obiettivi e, infine, accelerare l’inclusione. Abbiamo la possibilità di affrontare le problematiche culturali ed organizzative e di dare ancora più potere alle donne che ricoprono ruoli di leadership”, ha dichiarato Ann Cairns, President, International Markets di Mastercard.

La ricerca evidenzia che nei paesi che offrono maggiori opportunità crescono realtà imprenditoriali di successo guidate dal desiderio di crescita, mentre nei paesi in cui le opportunità e il supporto sono minori, nascono realtà imprenditoriali mosse dalla necessità di sopravvivere. Lo studio prende anche in esame i diversi fattori che aiutano o ostacolano le donne imprenditrici.

  • Da cosa sono spronate le donne che diventano imprenditrici nelle economie in via di sviluppo? Dalla determinazione. Uganda (34,8%), Bangladesh (31,6%), Vietnam (31,4%) e Cina (30,9%) rientrano nella top ten per percentuale di donne imprenditrici rispetto alla percentuale totale degli imprenditori. In questi mercati le donne avviano attività di business che non si basano solo su conoscenza ed innovazione.
  • Le imprese di successo non vivo solo con la determinazione. Per consentire alle donne imprenditrici di far crescere la propria azienda, è necessario farle accedere a servizi e prodotti finanziari che aiutino il loto business, sostenere le PMI e fornire amministrazioni di qualità, come accade in Nuova Zelanda, Canada, Stati Uniti, Svezia e Singapore, che ricoprono i primi 5 posti in classifica, con i punteggi più alti.
  • In altri paesi, benché il supporto alle imprenditrici sia molto basso, esistono realtà imprenditoriali molto vivaci, spinte dalle opportunità economiche e dal desiderio di successo. Tra questi: Filippine, Perù, Malesia, Cina e Messico.
  • Nella classifica generale, paesi come India, Arabia Saudita ed Egitto, occupano le ultime posizioni, con i punteggi più bassi, indice del fatto che i pregiudizi culturali nei confronti delle donne danneggiano enormemente la loro capacità di raggiungere posizioni di leadership e di sfruttare le opportunità imprenditoriali.
  • Secondo la ricerca, tra gli ostacoli maggiori che impediscono alle donne di avventurarsi nel mondo imprenditoriale ci sono: la mancanza di fondi/ capitale di rischio, regolamentazioni e normative restrittive e istituzioni poco efficienti, mancanza di fiducia in se stesse e nelle proprie capacità imprenditoriali, paura del fallimento, restrizioni socio-culturali e la mancanza di un’istruzione o una formazione. In quasi tutti i 54 paesi presi in esame, uno o più di questi fattori frenano le donne dall’iniziare una propria attività di business.
Leggi anche:  Qlik acquisisce Mozaic Data: sfruttare i Data Product per semplificare la gestione dei dati