IBM, lo storage nell’era della trasformazione

Pure Storage migliora l'esperienza dei clienti con nuove capacità self-service per la gestione dello storage

Un incontro organizzato da IDC per comprendere come gestire al meglio gli oceani di dati e trarne valore, grazie alla strategia storage di IBM che poggia sui tre pilastri software defined, flash e cloud

“Un punto di partenza irrinunciabile nel viaggio verso la trasformazione digitale è quello dei dati”, ha esordito Sergio Patano, Senior Research & Consulting Manager di IDC Italia, ma “per trarre valore competitivo e di business dai dati e dalle informazioni, le aziende devono adottare nuovi approcci allo storage, guardando soprattutto a elementi quali agilità, flessibilità e risparmio nei costi”. È su questa premessa che a fine marzo si è dipanata a Milano una mattinata molto intensa, organizzata in collaborazione con IBM e incentrata su come ridefinire la propria strategia storage alla luce dell’esplosione dei dati originata dalla trasformazione digitale, che impone sempre più alle aziende di adottare un’infrastruttura storage di tipo business-ready, che sia cioè sicura, veloce e resiliente.

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I nuovi requisiti storage

L’analisi di IDC si è soffermata su quelli che sono i nuovi requisiti storage, messi in luce da un’indagine effettuata presso un campione significativo di aziende e dalla quale è emerso come siano cambiate le priorità in seguito alla rivoluzione digitale in atto. Dalla quale deriva sempre più quella “esplosione dei dati” di cui ha dettagliato Nick Harris, Consulting IT Specialist di IBM, con alcuni esempi quali il fatto che oggi “si creano 2,5 miliardi di Gigabyte di dati al giorno, e il 90 per cento dei dati attuali sono stati creati negli ultimi due anni”. Il problema deriva anche dalla crescente duplicazione dei dati: citando i dati di una recente ricerca IDC, Harris ha infatti spiegato come “la copia dei dati costituirà entro il prossimo anno un affare da 51 miliardi di dollari, visto che occupa fino al 60 per cento della capacità dei dischi ed è responsabile del’85 per cento della spesa in ambito hardware storage e del 65 per cento di quella per il software, sempre in ambito storage. E soprattutto va sottolineato che quasi tutte le copie sono inutilizzate”. Ma la sfida non è solo nei volumi, perché riguarda anche gli “economics” dei dati, visto che “se nel 2015 la crescita complessiva dei budget IT è stata solo dello 0,4 per cento, nell’arco di cinque anni chi si occupa di storage deve far fronte al 670 per cento in più di dati”, ha proseguito Harris.

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Scenari in evoluzione

Per affrontare al meglio le due sfide principali in ambito storage, identificate nella gestione di queste grandi quantità di dati e nella necessità di trovare nuove efficienze a livello di costi, l’innovazione targata IBM privilegia soprattutto due aspetti: “l’utilizzo di storage di tipo flash, dal quale si può avere un Total Cost of Ownership, TCO, inferiore del 30 per cento rispetto allo storage tradizionale meccanico, e il ricorso al software defined storage, che permette costi di gestione inferiori del 50 per cento”, ha spiegato Harris. Non solo: tra le nuove opzioni, bisogna sempre più prendere in considerazione anche il cloud, soprattutto ibrido, da utilizzare di volta in volta in base ai diversi tipi di carichi di lavoro: la flessibilità e la scalabilità consentite dal cloud ibrido permettono di migrare i dati tra ambienti cloud privati e pubblici, valorizzando l’infrastruttura già esistente e permettendo di cogliere tutte le opportunità in termini di elasticità e vantaggiosità delle offerte di tipo on-premise. Non va poi dimenticato l’importante aspetto della sicurezza dei dati, che vanno protetti sia dai sempre possibili attacchi esterni, sia dagli imprevisti di natura tecnica: qui si può avere una recovery sicura, economica e rapida grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie basate sull’object storage. La parte successiva della mattinata di lavori, condotta anche da Robert Harveland, Senior Engineer di IBM, è stata dedicata a un’approfondita illustrazione delle soluzioni storage IBM Spectrum, frutto di una strategia che poggia sui tre elementi Software Defined, Flash e Cloud, e che offrono una gamma completa con tutte le caratteristiche e le soluzioni necessarie per affrontare al meglio le sfide storage poste dalla trasformazione digitale.

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