Il test è in grado di scoprire le alterazioni genetiche che sono alla base dello sviluppo dei tumori

Il sangue sintetico prodotto da staminali “immortali “sarà in grado di sostituire quello donato

La nuova frontiera nell’ambito delle trasfusioni di sangue, soprattutto per soggetti con gruppo sanguigno raro, prevede non solo l’uso di sangue artificiale, ma la sua produzione in grandi quantità da cellule staminali “immortali”. I primi a riuscirci sono stati i ricercatori dell’Università di Bristol, che hanno pubblicato il loro studio su Nature Communications, anche se già i ricercatori dell’Università di Edimburgo avevano trovato il modo di produrre sangue umano, potenzialmente su scala industriale.

Le prime cellule immortali

Secondo quanto spiegano gli autori, il sangue sintetico poteva già essere prodotto a partire da staminali, che però nel processo muoiono, rendendo impossibile produrne quantità elevate. Goà un team di ricercatori della Washington University School of Medicine di St Louis aveva infatti creato del sangue artificiale in polvere, in grado di espletare tutte le funzioni naturali di quello umano con la semplice aggiunta di acqua. L’innovazione apportata dagli scienziati di Bristol consiste nello sviluppo di un processo che, a partire da staminali adulte, ottiene cellule eritroidi, che fanno da precursore ai globuli rossi, in grado di replicarsi. Ecco perché sono state definite “immortali”. In precedenza una ricerca svedese aveva scoperto che è possibile produrre sangue artificiale utilizzando una particolare proteina contenuta nella barbabietola da zucchero, molto simile all’emoglobina umana.

I test su pazienti con gruppi rari

E’ grazie a questo procedimento che in laboratorio sono stati ottenuti “litri” di globuli rossi, mentre i test di sicurezza su eventuali trasfusioni con questo ‘sangue artificiale’ partiranno entro l’anno, con l’obiettivo di usarli per le persone che hanno caratteristiche del sangue come la presenza o l’assenza di proteine che rendono impossibili le trasfusioni.

“Il primo uso terapeutico di globuli rossi prodotti in questo modo – spiega David Anstee – sarà probabilmente per pazienti con gruppi sanguigni rari, per cui la donazione tradizionale può essere una fonte difficile”.

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